"Uno schiavo che non ha coscienza di essere schiavo e che non fa nulla per liberarsi, è veramente uno schiavo. Ma uno schiavo che ha coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi già non è più uno schiavo, ma uomo libero" - LENIN

NOTE DEL PCL SUL VATICANO E IL CARO BENZINA

30 Maggio 2012

ABROGARE IL CONCORDATO CON UNO "STATO CANAGLIA"

Il Vaticano si sta rivelando per ciò che è sempre stato: una monarchia assoluta ed oscurantista, luogo di infiniti intrighi , corruzioni e soperchierie, sede di traffici e affari inconfessabili nei meandri della finanza capitalista internazionale. La lotta per bande che sta percorrendo quello Stato sta solo alzando il coperchio sulla sua realtà. E' ora che tutte le sinistre, tutto l'associazionismo laico e anticlericale, rilancino una battaglia di massa per l'abrogazione del Concordato con uno “Stato canaglia” e l'abolizione di tutti i privilegi delle gerarchie ecclesiastiche.


NO ALL'AUMENTO DI PREZZO DELLA BENZINA

Lo stesso governo che ha ridotto la spesa pubblica per le calamità naturali, a favore delle assicurazioni private, scarica sui consumatori i costi del soccorso alle popolazioni terremotate dell'Emilia: questo è il senso del nuovo aumento del prezzo della benzina, che grava soprattutto sulla popolazione povera. Gli operai, già principali vittime dei crimini del profitto, diventano il principale bancomat per pagare i costi del crimine . E' inaccettabile. Le risorse per i terremotati vanno prese dai portafogli delle banche, dei costruttori senza scrupoli, degli industriali: che ovunque hanno lucrato per anni risparmiando sulla sicurezza dei capannoni e degli operai che vi lavorano.
E' ora che paghi chi non ha mai pagato.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

BASTA CON L'IPOCRISIA: LE MORTI OPERAIE SONO VITTIME DEL PROFITTO

29 Maggio 2012

Il terremoto che ha sconvolto l'Emilia e il nord Italia dimostra ancora una volta che farsi scudo della solidarietà per rimuovere le responsabilità, prepara altri lutti.
Le responsabilità sono evidenti a cominciare da quegli industriali che hanno obbligato i lavoratori a riprendere la produzione nonostante l'evidenza dei danni.
Numerose le testimonianze dei familiari delle vittime tra cui quella di Abdel: “Mio cognato Mohamad mi chiamava ogni giorno e piangeva, mi diceva che non erano sicuri, che aveva due figli a cui pensare e aveva paura ad andare a lavorare. I danni si vedevano, ma diceva che il padrone lo chiamava lo stesso”.
Responsabilità evidenti quelle degli sciacalli del profitto.
Eppure oggi c'è chi vorrebbe azzerare le responsabilità e mettere sullo stesso piano vittime e carnefici in quanto entrambi colpiti da una "catastrofe naturale".
Non si può mettere sullo stesso piano chi è stato costretto a riprendere il lavoro in condizioni di pericolo, con chi dopo aver lesinato sui costi di costruzioni incurante dei rischi oggi si spinge persino a chiedere finanziamenti pubblici per ricostruire le fabbriche collassate sugli operai.
C'è da domandarsi inoltre cosa sarebbe accaduto se in nome ancora una volta del profitto fosse stato costruito il megadeposito sotterraneo di gas metano, fermato solo dalle lotte del comitato NO GAS di Rivara (frazione di S. Felice) che da diversi anni lotta contro il progetto di stoccaggio nel sottosuolo di una enorme quantità di gas, progettato della ERS con l'avvallo dei governi borghesi di ogni colore.
Per questo ci sottraiamo al coro isterico di unità nazionale e rivendichiamo la cacciata del governo Monti, che a distanza di una settimana dal primo sisma non è neanche in grado di offrire una tenda ai numerosi sfollati e che come unica risposta ha inviato camionette blindate dei reparti Celere al solo fine di mantenere il controllo sociale... situazione già applicata a l’Aquila dal governo Berlusconi.
Le sinistre non possono stare in silenzio e hanno il dovere di dire chiaramente che il vero sciacallaggio è quello quotidiano attuato dai padroni.
E' necessario affiancare all'immediata azione di soccorso una comune mobilitazione per un piano anti-capitalista di svolta:

1. Immediata requisizione e recupero delle case sfitte e la loro assegnazione alle popolazioni terremotate;

2. Il pagamento dell'intera retribuzione per quei lavoratori residenti nelle zone terremotate e che erano in regime di cassa-integrazione;

3. La corresponsione di un salario minimo garantito per i disoccupati di almeno 1000 euro;

4. Un piano di ricostruzione in tempi certi con lo stanziamento dei fondi necessari da parte del governo e che tali fondi siano gestiti da organismi territoriali trasparenti che vedano la partecipazione diretta dei lavoratori;

5. Ricostruzione delle aziende colpite dal sisma, ma solo a partire dalla loro nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio.

L.L. per il PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

SUCCESSO DELL'ASSEMBLEA OPERAIA A POMIGLIANO CON SLAI COBAS

26 Maggio 2012

Venerdì mattina si è tenuta nella sede del COBAS SLAI di Pomigliano un' affollata assemblea operaia, con la presenza di numerose operaie e mogli di operai di Fiat Pomigliano, e con la partecipazione di Marco Ferrando in rappresentanza del PCL e di Marco Rizzo a nome di Sinistra Popolare.
L'assemblea, introdotta dalla compagna Mara Malavenda, ha posto al centro la denuncia delle condizioni inumane di lavoro e di vita cui sono condannati i lavoratori e le lavoratrici in tutto il gruppo Fiat, e l'assoluta inadeguatezza o complicità delle maggiori organizzazioni sindacali di fronte al ricatto del padrone.
Il tono e il senso dell'assemblea, molto combattiva, sono stati l'appello al rifiuto della rassegnazione e la necessità di una risposta unitaria e di classe all'aggressione padronale.
Marco Rizzo, nel suo intervento, ha rivendicato l'attualità della questione operaia e la necessità del socialismo.
Marco Ferrando ha denunciato le responsabilità politiche del centrosinistra nell'aver spianato la strada alla FIAT ( “compresi i bombardamenti del governo D'Alema sulla Serbia, votati dal PDCI, che consentono oggi alla FIAT di comprarsi la Zastava per quattro soldi, di sfruttare gli operai serbi con salari coloniali, e di liberarsi dei lavoratori italiani” ); e ha posto concretamente la necessità di superare oggi la linea fallimentare della FIOM, unificando la lotta di tutti i lavoratori della Fiat in una vertenza comune, e costruendo un fronte unitario di mobilitazione di tutti i lavoratori delle aziende in crisi, attorno all'obiettivo della riduzione progressiva dell'orario di lavoro e della nazionalizzazione delle aziende che licenziano ( a partire dalla FIAT ), senza indennizzo e sotto controllo operaio. “La lotta per il socialismo è reale- ha concluso Ferrando- se si lega ad una politica rivoluzionaria e se persegue il potere dei lavoratori” (che è cosa diversa dal regime Nord coreano di Kim il Sung).
I lavoratori e le lavoratrici hanno applaudito ripetutamente gli interventi degli ospiti politici invitati, in un clima di fraterna solidarietà.
Il compagno Vittorio Granillo ( SLAI COBAS ) ha concluso l'assemblea valorizzandone il successo e proponendo di darle una continuità itinerante sul territorio nei prossimi mesi, a partire da un comizio di piazza ad Acerra il due Giugno, e da un comizio analogo davanti a Fiat Termini Imerese successivamente. L'invito è stato rivolto in primo luogo alle organizzazioni politiche presenti, che hanno dichiarato il proprio pieno accordo ed impegno.
Il PCL, in particolare, intende partecipare e contribuire attivamente alla proposta unitaria avanzata, con lo stesso spirito con cui interviene e interverrà in ogni lotta e in ogni luogo dell'avanguardia politica e sindacale dei lavoratori, con la propria proposta generale: la proposta del fronte unico di classe e di una svolta radicale dell'azione di massa. L'unica via per capovolgere i rapporti di forza e aprire la via ad un'alternativa anticapitalista e rivoluzionaria.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI


E' MORTO IL COMPAGNO PAOLO BRASCHI

26 Maggio 2012

Abbiamo visto per l' ultima volta il compagno Paolo Braschi mentre guidava il camioncino che apriva il corteo a Pisa il 12 maggio in ricordo di Serantini.
Due giorni fa mentre percorreva in bicicletta una strada stretta e trafficata di Livorno veniva colpito dalla portiera di un auto aperta incautamente: in un attimo la morte lo ha portato via.
Ha portato via anche un testimone di quella parte della storia italiana e milanese conosciuta come la Strage di Stato.
Gli attentati del 25 aprile 1969 alla Fiera e all'Ufficio Cambi della stazione centrale furono addossati, dopo un'indagine della questura milanese, a un gruppo di anarchici, costituito da Paolo Braschi, venticinque anni, imbianchino di Livorno, da Paolo Faccioli diciannove anni di Bolzano e da Angelo Della Savia, ventenne elettricista di Parabiago, in provincia di Milano. E altri presunti complici. A questo gruppo venne attribuita una serie di attentati dinamitardi. Le indagini vennero condotte dal commissario Luigi Calabresi che riuscì ad accumulare una serie di presunti riscontri e fra l'altro le confessioni di Braschi e Faccioli.
Braschi e Faccioli, alla fine dell'istruttoria, ritrattarono le loro confessioni, dicendo di essere stati torturati dalla polizia. Il processo Braschi-Faccioli-Della Savia fu costruito con una montatura della polizia, che cercava a tutti i costi di incastrare gli anarchici, che in realtà con le bombe non c'entravano niente.
Nelle ricostruzioni di quei fatti, gli anarchici furono assolti con formula piena, riconosciuti innocenti per non aver commesso il fatto. Per quegli attentati furono in seguito condannati i neofascisti Freda e Ventura.
Paolo in questi anni non ha mai abbandonato la lotta politica e la contro informazione nella sua Livorno militando nel movimento anarchico.
I compagni del Partito Comunista dei lavoratori sono vicini al Collettivo Anarchico Libertario e alla Federazione Anarchica Livornese con l'impegno di ricordare sempre la figura di Paolo Braschi con la lotta antifascista e la contro informazione anche in questa fase politica dove lo Stato borghese riprova con la repressione e la menzogna a colpire le avanguardie della lotta di classe.

PCL LIVORNO

SCIOPERI E PROTESTE DI MASSA, IN SPAGNA, CONTRO I TAGLI ALL'ISTRUZIONE

26 Maggio 2012


Martedì 22 maggio 2012 nello stato iberico c’è stato il più grande sciopero dell’istruzione dalla morte del dittatore Francisco Franco. Questa giornata di lotta è stata preceduta dagli scioperi del 29 marzo, del 29 aprile e del 10 maggio. A Madrid hanno marciato in 105.000, a Barcellona in 150.000. Gli studenti dell’Università autonoma di Barcellona hanno bloccato l’autostrada AP-7. Nel centro di Madrid, la polizia ha circondato il corteo studentesco dell’Università di Barcellona. Gli studenti dell’Università Complutense di Madrid hanno eretto le barricate, due studenti sono stati arrestati. A Valencia 300 studenti sono entrati nel ministero regionale della pubblica istruzione e hanno appeso uno striscione che diceva “Ne abbiamo avuto abbastanza. Non c’è più niente da tagliare. Questo è vergognoso." Nelle Baleari, 70 studenti universitari hanno occupato il ministero regionale della pubblica istruzione e insultato il ministro. In Aragona l’adesione allo sciopero è stata del 73%, a Saragozza c’è stata una manifestazione di 50mila lavoratori. Nelle Asturie la partecipazione è stata dell’80% e tra il 75/80% nella Murcia.
Questa è stata la risposta dei lavoratori,delle lavoratrici e del movimento degli studenti al licenziamento di 40-50 mila ingegnanti, all’aumento del 27-30% del numero degli alunni per classe nelle scuole primarie e al 36% in quelle superiori, la non copertura per le assenze di due settimane che il governo Rajoy vuole imporre con la forza alla classe lavoratrice nello stato iberico. Quattro scioperi generali, un ritmo alla greca. Il salto di qualità avverrà quando la lotta della classe lavoratrice dei due stati si coordinerà contro il direttorio dell’UE.

PCL SASSARI

PCL SAVONA, NUOVO COORDINAMENTO PER LA SEZIONE

25 Maggio 2012

In seguito alle dimissioni del coordinatore Anselmo i militanti eleggono 3 coordinatori: Siccardi, Ghione e Briozzo.
Il nuovo coordinamento insediato si dedicherà da subito nell’impegnativo ed onorevole compito di costruire un’alternativa rivoluzionaria all’attuale sistema economico, sociale e politico partendo dal positivo lavoro svolto fino ad oggi in virtù del ruolo conferito dai militanti.

In seguito all’attivo degli iscritti tenutosi il 22 Maggio è stato rinnovato il coordinamento della sezione della provincia di Savona del Partito Comunista dei Lavoratori.
Dopo un’ampia e attenta discussione tra militanti e simpatizzanti, in virtù della crescita del partito e dello sviluppo di nuove e sempre più presenti e attive cellule, si è optato per un coordinamento collettivo di 3 compagni per garantire maggior rappresentatività territoriale oltre che alla scelta di figure militanti che possano esprimere differenti realtà sociali.
Il compagno Simone Anselmo, in seguito alla presentazione delle proprie dimissioni da coordinatore provinciale per ragioni personali e per garantire un rinnovamento che possa accompagnare e agevolare gli sviluppi del partito stesso, ha ufficializzato l’elezione dei compagni Nazzareno Siccardi, Massimiliano Ghione e Cristian Briozzo.
Il nuovo coordinamento insediato si dedicherà da subito nell’impegnativo ed onorevole compito di costruire un’alternativa rivoluzionaria all’attuale sistema economico, sociale e politico partendo dal positivo lavoro svolto fino ad oggi in virtù del ruolo conferito dai militanti.
Nazzareno Siccardi è un avvocato penalista e militante comunista di lunga data, riconosciuto per la propria capacità di analisi, dotato di un enorme carisma e un rigore rivoluzionario oggi rari, attento al metodo e al rispetto delle regole necessarie per un partito che si ponga l’arduo obiettivo di rivoluzionare una società incancrenita su logiche di sfruttamento e ingiustizie sociali al servizio del profitto privato di pochi capitalisti, garante di una disciplina di partito accompagnata da una rara comprensione, generosità e devozione per la causa ; Massimiliano Ghione è un operaio della Valbormida, candidato consigliere nelle liste del PCL a Cairo con Giorgio Cavallero, molto attivo sul fronte sindacale anche attraverso il sindacato CUB, sincero compagno impegnato nel progetto rivoluzionario rimarcando la centralità dei lavoratori nella costruzione di una nuova società socialista ed egualitaria, impegnato sulle varie realtà di lotta e nelle vertenze della provincia di Savona in sostegno al progetto rivoluzionario di un coordinamento di lavoratori che puntino all’occupazione delle fabbriche in crisi per rilanciare la produzione attraverso la nazionalizzazione e l’autogestione operaia e quindi il progetto di una radicale trasformazione delle basi economiche della società; infine Cristian Briozzo, giovane studente di Scienze Politiche e lavoratore precario, ex rappresentante degli studenti del Liceo G.Bruno di Albenga da sempre impegnato nella militanza politica rivoluzionaria, attento a sviluppare il lavoro del Partito in ambito studentesco e giovanile, nelle realtà di lotta come il fronte NoTav e le lotte al precariato oltre che a tutte le vertenze politiche, sindacali ed economiche nelle zone di Albenga, Loano e Alassio per lo sviluppo della cellula albenganese curando anche la propaganda del partito in rete.
Gli impegni e le sfide per il Partito Comunista dei Lavoratori nella provincia di Savona sono molti e consistenti, la diffusione del progetto rivoluzionario in un contesto di crisi economica e lavorativa oltre che di attacco ai diritti sociali, politici e sindacali comporta un enorme spirito di sacrificio e serietà, caratteristiche che non mancano ai militanti del partito abituati a svolgere attività politica senza alcun tipo di aiuto economico o mediatico esterno o istituzionale, fondando la propria indipendenza e autonomia grazie alla politica di autofinanziamento e impegno costante.
Solo la rivoluzione può rappresentare una via d’uscita dalla crisi e dallo sfruttamento, solo il comunismo può garantire uno sviluppo collettivo in cui il popolo, i lavoratori, i precari, i disoccupati e i diseredati di oggi potranno diventare i reali dirigenti della società di domani.

PCL SAVONA

ATTIVO DEI DELEGATI FIOM. NO ALLA CHIUSURA DELLE FABBRICHE, NO AI LICENZIAMENTI!

25 Maggio 2012

UNIFICHIAMO TUTTE LE LOTTE
LICENZIAMO I PADRONI E IL GOVERNO MONTI
GOVERNINO I LAVORATORI

Siamo in una fase d’inasprimento della crisi capitalistica mondiale di sovrapproduzione delle merci, una crisi che ormai dura da cinque anni e che le banche, le imprese e i loro governi stanno scaricando sui lavoratori e le masse popolari attraverso la politica di rigore imposta dalla trojka ( Commissione europea, Bce, Fmi ).
Anche in Veneto si sta intensificando la crisi economica; decine di fabbriche stanno chiudendo con il conseguente licenziamento per migliaia di lavoratori. Alla Safilo sono stati annunciati mille esuberi; a Padova, alla Filippi, 242 lavoratori stanno picchettando lo stabilimento ad oltranza; lo stesso succede alla Fin- ALL; alla Cargill i lavoratori sono in occupazione giorno e notte; la Fincantieri attraverso accordo sindacale sta eliminando parte dei processi produttivi; la Unitrans è in fallimento senza prospettive per i lavoratori; a Venezia nel trasporto pubblico 300 sono i posti a rischio; la ORV di Carmignano ( PD ) chiude definitivamente i battenti ( 400 lavoratori ); alla Ditec di Quarto d'Altino ( VE ) l'intervento delle istituzioni è rimasto solo un cimitero di buone intenzioni; il Petrolchimico è definitivamente spento dopo anni di bufale raccontate ai lavoratori rispetto all'intervento delle istituzioni nei tavoli di trattativa; l'Aprilia di Noale è in agonia, e da ormai 4 anni i lavoratori stanno subendo cassa integrazione e contratti di solidarietà, senza contare la miriade di piccole aziende già definitivamente chiuse. Questi sono solo alcuni esempi degli effetti della crisi in Veneto, e sono la cartina di tornasole della crisi di questo sistema ormai arrivato al tracollo.
Oggi più che mai serve il necessario salto della mobilitazione. Bisogna mettere in campo una forza all'altezza dello scontro: unitaria, radicale e concentrata. La sola che possa mettere in questione un sistema capitalistico regressivo. Il capitalismo ha fallito, e per mantenere i propri margini di profitto i padroni attuano processi di delocalizzazione e di ristrutturazione, attraverso licenziamenti e chiusure aziendali. Continuare con le vecchie forme concertative del sindacalismo non porta più da nessuna parte; oggi è necessario mettere in discussione le basi materiali e ideologiche di questo sistema: o vincono le ragioni dei lavoratori o trionfano gli interessi del capitale!
A questo feroce attacco padronale bisogna rispondere con una forza uguale e contraria a quella messa in campo dai nostri avversari. Con lo sciopero a oltranza,il blocco dei cancelli, l'occupazione degli stabilimenti e la rivendicazione della nazionalizzazione - senza indennizzo per i padroni e sotto il controllo operaio - delle fabbriche che licenziano e che non rispettano i diritti sindacali, il blocco dei licenziamenti e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.

UNIFICHIAMO TUTTE LE LOTTE!
A prescindere dal sindacato di appartenenza dei lavoratori, serve la immediata costituzione di comitati di lotta supportati dalle casse di resistenza, per la elaborazione di un piano coordinato di mobilitazione, che porti allo sciopero generale di carattere prolungato contro il padronato e contro il governo Monti.
Le sezioni del Veneto del Partito Comunista dei Lavoratori, attraverso i propri militanti, sostenendo la lotta dei lavoratori di tutte le fabbriche in crisi e in lotta, lavorano per realizzare queste parole d’ordine.

 COORDINAMENTO REGIONALE PCL VENETO

GRAVE AGGRESSIONE PADRONALE ALLA FILIPPI! QUESTA MATTINA, 23 MAGGIO 2012

23 Maggio 2012

Il delegato sindacale FIOM CGIL e militante del Partito Comunista dei Lavoratori (PCL), Andrea Berruti, è stato investito con l'auto dal titolare della Filippi mentre partecipava al presidio con blocco dei cancelli dello stabilimento.
I lavoratori della Filippi, la Fiom Cgil e il Partito Comunista dei Lavoratori non si faranno intimidire dalla violenza padronale, la lotta alla Filippi da questo momento si approfondisce e si estende.
La vertenza sindacale alla Filippi, azienda di Arsego di San Giorgio delle Pertiche (PD) produttrice di forni da incasso, è incentrata contro il licenziamento di 234 dipendenti tra impiegati ed operai e la chiusura dello stabilimento. Oltre ai dipendenti della Filippi, rischiano di perdere il posto di lavoro circa 500 lavoratori dell'indotto.
All'aggressione padronale bisogna rispondere con l'occupazione dello stabilimento e la nazionalizzazione dell'azienda, senza indennizzo per i padroni e sotto controllo dei lavoratori.
Questa è l'unica rivendicazione che di fronte alla arroganza padronale e alla prospettiva della chiusura dello stabilimento può difendere i posti di lavoro, i salari e la sopravvivenza di migliaia di famiglie di lavoratori, nativi e migranti.
PCL PADOVA

FIAT E FINMECCANICA: ANCHE LE MOGLI DEGLI OPERAI IN CAMPO PER RAFFORZARE LA LOTTA

23 Maggio 2012

COMUNICATO STAMPA SLAI COBAS

“IN QUANTO DONNE DEL POPOLO ADERIAMO ALLA LETTERA APERTA SCRITTA DALLE MOGLI DEGLI OPERAI DELLA FIAT POMIGLIANO A QUELLE DI TERMINI IMERESE”… “DIO AIUTA CHI SI AIUTA”, SCRIVONO DA TRAPANI E CASTELLAMMARE LE MOGLI DEGLI OPERAI

ATTIVO PUBBLICO VENERDI’ 25 MAGGIO ORE 10.30 SALA ASSEMBLEE SEDE SLAI COBAS POMIGLIANO (VIA MASSERIA CRISPO, 16)

COMIZI OPERAI SUL TERRITORIO PER DARE FORZA AI LAVORATORI

Sarà una importante assemblea quella di venerdì prossimo organizzata dallo Slai cobas per fare il punto sul piano-Marchionne mentre si avvicina il rischio licenziamenti per i 2.500 addetti a Fiat Group Automobiles Pomigliano allo scadere della cassa integrazione per “cessazione dell’attività produttiva” prevista per luglio 2013. Stessa prospettiva incombe sugli 800 addetti all’ex Ergom di Napoli, Pomigliano, Marcianise e Caivano ed una moltitudine di addetti all’indotto.
Marchionne e Monti stanno portando allo sfascio “stile grecia” la Fiat, l’industria e l’Italia e le sostanziali “convergenze trasversali” tra quadro politico e sindacati confederali sulla controriforma del mercato del lavoro preannunciano la liberalizzazione dei “licenziamenti economici” frutto della deindustrializzazione in atto. Ma se Marchionne e Monti sono le due facce della stessa medaglia padronale la “tenuta operaia” non solo rafforzerà la resistenza di tutti i lavoratori sia privati che pubblici ma sarà determinante, e contribuirà comunque, alla configurazione di una possibile e necessaria prospettiva di cambiamento
dei rapporti contrattuali e politici, in fabbrica e nella società”.
In questo assume rilevante importanza l’impegno delle mogli degli operai di Fiat e Fincantieri che si preparano a scendere in campo a fianco degli operai in lotta per ricostruire quella solidarietà di classe che, sola, sarà in grado di dare risposta ai “bisogni operai” e di quanti continuano a soffrire per il baratro di precarietà lavorativa e sociale in cui il padronato ed il quadro politico li sta precipitando ed a contrastare quella pericolosa “debolezza di prospettive” che rischia di diffondersi tra i lavoratori, da troppi anni collocati ai “bordi del nulla” dalla concertazione politica e da quella sindacale.
All’assemblea di Pomigliano del 25 maggio, oltre a lavoratori Fiat e dell’indotto, interverranno, tra altri: Mara Malavenda e Vittorio Granillo per Slai cobas Fiat Pomigliano, mogli operai Fiat Pomigliano, mogli operai Fincantieri, Avis, ed indotto di Castellammare, Giuseppe Marziale avvocato, Arcangelo Fele Avvocato, Angelo De Falco Gruppo Operaio ‘E ZEZI, Collettivo Autorganizzato Universitari, Laboratorio Politico ISKRA, Marco Rizzo Comunisti-sinistra popolare, Marco Ferrando Partito Comunista dei Lavoratori, Umberto Oreste Sinistra Critica.
In assemblea si deciderà inoltre l’avvio di comizi operai ‘a tappeto’ sul territorio per dare forza e voce alle ragioni dei lavoratori e non solo in quanto le politiche di sfascio industriale di Marchionne e di deindustrializzazione in generale in Italia, in uno con quelle di Monti, colpiscono duramente non solo i lavoratori ma l’economia di tutto il territorio nonché i diritti ed i servizi sociali.
SLAI COBAS Fiat Alfa Romeo e terziarizzate - Pomigliano d’Arco, 22/5/2012

Adesioni da Castellammare delle mogli degli operai Fincantieri alla lettera di quelle di Pomigliano:“In quanto mogli degli operai in mobilità di Castellammare ed in quanto donne del popolo aderiamo pienamente al testo della lettera aperta scritta dalle mogli degli operai cassintegrati della Fiat di Pomigliano”.
Auricchio Concetta (moglie operaio Fincantieri Castellammare di Stabia)
Anna Provenza (moglie operaio Avis Castellammare di Stabia)
Immacolata Attianese (moglie operaio Avis Castellammare di Stabia)
Iannacci Carla (moglie operaio Fincantieri Castellammare di Stabia)
Forinase Luisa (moglie operaio Fincantieri Castellammare di Stabia)
Petti Anna (moglie operaio Fincantieri Castellammare di Stabia)
Adesioni da Trapani delle mogli degli operai dei Cantieri Navali alla lettera di quelle di Pomigliano:
“Pur essendo donne di fede anzi, proprio per questo, sosteniamo la lettera delle mogli dei lavoratori di Pomigliano. Dio aiuta chi si aiuta.”
Bosco Anna

Navetta Marilena

Giambanco Filippina

Margaiotti Maria

Casamento Patrizia

Gatani Roberta

Genna Rossella

Spataro Paola

Castiglione Maria Cristina

Gavrila Alina

Asta Loredana

Adesioni alla lettera delle mogli degli operai Fiat di Pomigliano è giunta anche da:

Collettivo Lavoratori in Lotta del Cantiere Navale di Trapani

Lavoratrici e lavoratori precari in lotta della Sicilia
SLAI COBAS

SOLO LA LOTTA PAGA

22 Maggio 2012

Volantino diffuso alla manifestazione dei lavoratori dell'ACTV di Venezia contro i tagli ai finanziamenti della Regione

SOLO LA LOTTA PAGA

La nuova ripartizione dei finanziamenti per il trasporto pubblico locale stabilita dalla Regione penalizza fortemente Venezia, che si vede ridotto il budget di parecchi milioni di euro. Già si parla di tagli alle linee degli autobus e al personale (personale, che, tra l'altro, non vede adeguamenti salariali da ben 4 anni, a causa del mancato rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro).
Questo taglio arriva dopo una prima modifica della ripartizione verificatasi lo scorso anno e nel quadro di un generalizzato taglio dei finanziamenti per i servizi pubblici conseguente alla necessità, a livello nazionale (e, in parte, anche locale), di “fare cassa” per poter pagare l'enorme debito pubblico, cioè per riempire le tasche di un pugno di banchieri usurai che ci spremono come limoni, ogni giorno di più.
Va tenuto però presente che, a differenza delle altre aziende di trasporto pubblico del Veneto, ACTV può contare su una quantità gigantesca di introiti garantiti dai milioni di turisti che ogni anno visitano Venezia e che arrivano a pagare fino a 7 Euro per un biglietto. Basta fare qualche semplice moltiplicazione per capire che si tratta di cifre da capogiro, decisamente più che sufficienti a bilanciare il maggior costo del servizio che è imposto dalla particolare conformazione della città. Più che sufficiente anche a controbilanciare le perdite del settore automobilistico (che, d'altro canto, non presenta una situazione diversa da quella delle altre città e province della nostra regione). E' dunque evidente che il surplus derivante dal settore navigazione va a perdersi da qualche parte...
La via che proponiamo per uscire da questa situazione, sia chiaro, non è una via facile, ma è, a nostro avviso, l'unica capace di dare una risposta vera, l'unica che sappia tutelare gli interessi dei lavoratori e anche degli utenti.
La nostra proposta è che l'azienda venga completamente di nuovo resa pubblica, senza indennizzo e posta sotto il controllo dei lavoratori e degli utenti. I dirigenti di ogni livello devono essere nominati democraticamente dai lavoratori e il loro mandato deve essere revocabile in qualsiasi momento.
Non vi è dubbio che la conseguenza sarebbe una immediata riduzione degli sprechi ed un aumento dell'efficienza. Questo, chiaramente, permetterebbe di evitare il preannunciato taglio di personale e di linee.
Non vi è nemmeno dubbio sul fatto che questa idea non piacerebbe, oltre che agli attuali dirigenti aziendali, nemmeno al Comune (azionista di maggioranza di ACTV). Sono i lavoratori a doverglielo imporre, e l'unico mezzo per imporglielo è la lotta. Non una lotta simbolica, ma una lotta determinata, che passi per lo sciopero ad oltranza e per l'occupazione dei cantieri, dei depositi e di tutte le sedi dell'azienda.

NESSUN LAVORATORE DEVE ESSERE LASCIATO A CASA!
NESSUN SERVIZIO DEVE ESSERE TAGLIATO!
L'AZIENDA AI LAVORATORI!

PCL VENEZIA

MOVIMENTO OPERAIO O GRILLISMO?

22 Maggio 2012

L'avanzata del grillismo è il frutto distorto di una combinazione straordinaria: il massimo discredito dei partiti borghesi tradizionali, nel momento della massima crisi sociale, e il clamoroso fallimento delle direzioni tradizionali del movimento operaio, incapaci di costruire un'alternativa vera, ed anzi subalterne al PD.
Ma il grillismo non rappresenta alcuna alternativa alla crisi di cui è figlio. In ogni caso non rappresenta alcuna alternativa per i lavoratori e le loro ragioni sociali, di cui peraltro Beppe Grillo non parla. Le strizzate d'occhio ai ricchi evasori di Cortina , il respingimento dei migranti, la richiesta abolizione del valore legale del titolo di studio, il civettamento pubblico con la Lega delle origini, non solo non hanno nulla a che vedere con i salariati ma sono contro il mondo del lavoro e contro gli stessi principi democratici. Mentre i comizi elettorali parmensi sul debito pubblico e sull'euro- estranei peraltro al programma pubblico e formale del Movimento a 5 Stelle- sono azzerati in 24 ore dalle dichiarazioni pubbliche del sindaco grillino eletto che a Parma ha subito rassicurato banche ed industriali invocando “il sostegno di tutti i partiti”. La scelta decisiva di larghissima parte dell'elettorato borghese parmense di centrodestra di votare Beppe Grillo è stata evidentemente una scelta ben riposta. Come è significativa oggi l'attenzione di “sdoganamento” di Sole 24 Ore per “il programma reale” del Movimento a 5 Stelle, esplicitamente distinto dalle “provocazioni elettorali” del comico Guru.
Il Partito Comunista dei Lavoratori, da sempre all'opposizione delle classi dirigenti e dei loro partiti, sarà all'opposizione della giunta Grillina di Parma. Incalzando da subito l' annunciata contraddizione tra promessa di svolta e collaborazione coi poteri forti della città. Più in generale svilupperemo su scala nazionale, innanzitutto tra i lavoratori e i giovani, un'azione di demistificazione del grillismo e delle illusioni che alimenta. A partire dall'intervento quotidiano nelle lotte del lavoro e nei movimenti di massa, cui il grillismo è peraltro del tutto estraneo.
Ma l'avanzata del grillismo è al tempo stesso una lezione a sinistra. O la sinistra italiana, politica e sindacale, unisce nell'azione le proprie forze per una radicale battaglia antisistema, che imponga la propria soluzione alla crisi italiana sul terreno anticapitalistico, o sarà inevitabile che la crisi sociale e politica cercherà e troverà altri sbocchi, sul terreno del populismo equivoco e potenzialmente reazionario. Anche se travestito dai panni innocenti del comico.
Per questo la nostra battaglia perchè le sinistre politiche e sindacali rompano col PD e si battano per un governo dei lavoratori, sarà da oggi, se possibile, ancor più pressante.
Come lo sarà l'impegno a costruire e radicare il Partito Comunista dei lavoratori, come partito della rivoluzione.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

LA LUNGIMIRANZA DELLA RSU UNILEVER

22 Maggio 2012

Alla fine ci siamo arrivati….La RSU Unilever (maggioranza CGIL) ci ha dato degli allarmisti, ci ha detto che strumentalizzavamo i lavoratori, che avremmo goduto se l’azienda avesse chiuso, ci ha attaccato personalmente. Il tutto perché dal 2009, anno del tragico accordo sui 170 licenziamenti, ad oggi abbiamo solo detto che tutte le promesse fatte da RSU e Unil...ever sul mantenimento dell’occupazione, e anzi sullo sviluppo del sito produttivo di Casalpusterlengo, erano solo chiacchere vuote e che la realtà sarebbe stata ben altra.
Beh, a Maggio 2012 i fatti ci danno ragione. Avevamo avvisato i lavoratori dell’Unilever che la holding aveva già deciso di smantellare il sito di Casale nel tempo e che solo con una lotta di tutti i lavoratori si sarebbero potuti evitare i 170 licenziamenti e mantenere l’occupazione a Casale. Ma la RSU ha firmato l’accordo sui licenziamenti, non ha organizzato lotte unitarie in fabbrica e ha collaborato con l’azienda promettendo che non ci sarebbero stati altri licenziamenti.
Oggi invece dallo stabilimento di Casale arrivano segnali allarmanti! Fatturato e volumi di lavoro in calo, reparti che lavorano al 50% delle possibilità, ferie da smaltire per gestire i cali di lavoro, calo drastico degli investimenti. E si risente parlare di possibilità di procedure di mobilità per i dipendenti…..
Lavoratori Unilever, se 3 anni fa non ci avete creduto per colpa delle false promesse e dell’attacco verso di noi della RSU-CGIL fatelo adesso! Unitevi insieme nella lotta per difendere il vostro diritto al lavoro, per difendere il vostro stipendio, per difendere il vostro futuro! Basta fidarsi di un sindacato che non lotta realmente assieme a voi!
La lungimiranza della RSU-CGIL s’è dimostrata un disastro! (avranno preso le lauree anche loro in Albania?)
L’unico modo di rispondere all’attacco al lavoro è l’unione dei lavoratori! Uniti si vince!
Non lasciamo ripetere il massacro sociale del 2009!

  PCL SEZIONE LODIGIANA

LE RAGIONI DEI "NO MUOS", LE RAGIONI DEL PCL

21 Maggio 2012

Nel più assordante silenzio istituzionale e politico da vent'anni a questa parte si sono gettate le basi per la costruzione del Muos, un sistema di comunicazione satellitare ad altissima frequenza gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti capace di integrare forze navali, aeree, terrestri in movimento in qualsiasi parte del mondo andando ad essere di fatto una delle più avanzate tecnologie impiegate nella guerra del capitale. Il MUOS sarà utile solo alle logiche di profitto che stanno dietro alle guerre volute dagli Usa. Guerre che dietro la retorica “umanitaria” o “antiterroristica” occultano gli interessi di chi non si fa scrupoli pur di accumulare capitali. Ciò farà della Sicilia un obiettivo di attacco sensibile e, ancora una volta, terra sotto scacco da parte dell'imperialismo americano. Come se non bastassero già la Base Nato di Sigonella, che diventerà la base Aerea Militare capitale mondiale dei Droni (gli aerei militari da guerra senza pilota),i diversi depositi Usa, le innumerevoli stazioni militari di telecomunicazioni che hanno totalmente militarizzato la Sicilia per renderla parte attiva dello stato di guerra permanente operato dalla Nato con la complicità del guerrafondismo europeo verso l'Afghanistan, la Libia, l'Iraq, adesso vogliono imporci un eco-mostro nel bel mezzo della riserva Sughereta di Niscemi, un'area protetta come S.I.C (Sito di Interesse Comunitario) quindi ad elevato interesse naturalistico e scientifico.
Il Muos arrecherà, inevitabimente, immensi danni all'ambiente e mortali malattie all'uomo, come leucemie, tumori al cervello e necrosi dei tessuti.
Negli ultimi mesi però i cittadini niscemesi hanno intrapreso una coraggiosa lotta contro il Muos coinvolgendo anche altre province siciliane: sono nati così numerosi comitati "No-Muos", spesso "gestiti" trasversalmente da organizzazioni e partiti di centrodestra e centrosinistra assistendo così al grande paradosso di vedere i responsabili della costruzione del Muos tra le file degli oppositori: fra tutti il PD, che in maniera del tutto ipocrita, ha permesso che il governo regionale Lombardo concedesse le autorizzazioni alla costruzione del MUOS ...salvo solo ora accorgersi della mostruosità dell'opera!
Ma non solo: gli esponenti delle organizzazioni di centrodestra cosa hanno a che fare con l'antimilitarismo e l'antimperialismo se storicamente ne sono stati i più accaniti oppositori?
Il Partito Comunista dei Lavoratori è “senza se e senza ma” nella lotta contro il Muos, ma da una prospettiva totalmente diversa rispetto ai vari comitati intrisi di istituzioni e piccoli burocrati: la lotta può essere intrapresa solo dal basso per una reale autodeterminazione dei popoli, per la radicalizzazione del movimento, per far crescere giorno dopo giorno la resistenza popolare contro chi invade la nostra terra.
E' per queste ragioni che il Partito Comunista dei Lavoratori ha deciso di condurre autonomamente la propria lotta al MUOS cercando con i nostri mezzi di informare i cittadini sulla reale devastazione che subirà il nostro territorio scavalcando inutili ed ipocriti comitati e non isolando l'opposizione al MUOS alle sole ragioni ambientaliste ma collegandole a una generale lotta contro il sistema di produzione capitalistico e la sua degenerazione imperialista.
Su queste ragioni facciamo appello affinchè le parti sane del Movimento No-Muos si "sgancino" da quellecomponenti ipocrite e filogoveniste per costruire una reale e autentica opposizione dal basso che rivendichi
il diritto alla salute e alla salubrità dell'ambiente.

PER LA SMILITARIZZAZIONE DELLA SICILIA!
CONTRO TUTTE LE GUERRE IMPERIALISTE!

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

LO STATUTO DEI LAVORATORI NASCE IL 20 MAGGIO 1970

20 Maggio 2012

Il 20 maggio è una data importantissima per il mondo del lavoro: nel 1970 prese vita e forma lo Statuto dei Lavoratori. Una fondamentale conquista, ottenuta grazie a decenni di dura lotta per la classe operaia.
"Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento" è una delle norme principali del diritto del lavoro italiano. La sua introduzione ha segnato importanti modifiche migliorative, sia sul piano delle condizioni di lavoro, sia sul piano dei diritti.
Fino ad oggi di fatto costituisce l'ossatura e la base del diritto al lavoro.
Un'ossatura che il governo Monti si sta apprestando a sgretolare. Non dobbiamo permetterlo!
Monti e la Fornero con una fredda volontà hanno spiegato che l'articolo 18 è un ferrovecchio, che la parola “reintegro” indica solo una possibilità remota, che i padroni otterranno fior fiore di ulteriori favori anche in fatto di precarizzazione del lavoro, che nessun altro governo avrebbe potuto far tanto per compiacere il padronato italiano.
Le modifiche al nostro statuto del mondo del lavoro, che presto il governo approverà in forma definitiva, sono inaccettabili per gli operai.
La CGIL e la FIOM evitino balbettii, rifiutino ogni subordinazione e attesa messianica (non avverrano miracoli dal cielo) e promuovano da subito un vero sciopero generale ad oltranza per il ritiro delle misure annunciate. In ogni caso nessuno potrà trincerarsi attorno al puro “dissenso”: è l'ora della contestazione di massa del governo e dei partiti che lo sostengono: nei luoghi di lavoro, nei movimenti di lotta, sul territorio.
Le stesse sinistre politiche e sociali, che di fatto sono alleate nelle varie amministrazioni locali col PD dei banchieri, non possono cavarsela col “distinguo” (SEL) o con la “critica” (PRC) delle misure annunciate da questa maggioranza di governo, ma devono rompere questa subordinazione politica.
Come si può criticare Monti senza criticare il PD? IL PD sostiene da sempre il governo Monti, ha votato l'invotabile in questi mesi di governo. Nessuno pensi che la nuova alternativa al governo Monti sia un nuovo centrosinistra di Bersani e Veltroni. Monti deve cadere, ma lo deve fare dal versante di classe! Basta con queste rimozioni "gattopardesche", tutto cambia e nulla cambia. L'unica alternativa a questo governo è un governo di classe.
Lo scontro sociale che si è aperto interroga la coerenza di tutte le sinistre: sindacali, sociali e politiche. E non lascerà spazio ad amiguità
.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI



IL COMPAGNO BRIOZZO INTERVIENE SULL'INFAME ATTENTATO DI BRINDISI

20 Maggio 2012

Il Pcl di Albenga sul vile attentato di Brindisi

Il nostro pensiero va alla giovane ragazza di Brindisi, Melissa, uccisa da una bomba rudimentale di probabile origine mafiosa, quella mafia che tratta con lo stato e le forze borghesi nel nome del profitto (sia esso legale o illegale, la cui linea di demarcazione diviene sempre più evidentemente sottile).
Una giovane innocente vittima di criminali senza pietà e indegni di essere definiti anche solo "bestie".
Allo stesso modo il nostro pensiero va a tutte le vittime silenziose della mafia, della 'ndrangheta, della camorra e delle organizzazioni criminali ma anche alle vittime di una crisi che alimenta la forza e il radicamento di queste realtà.
Stato, Mafia, 'Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona Unita sono tutte facce, oggi come oggi, dello stesso strumento di gestione del profitto per il sistema capitalista e non per niente il perenne spostamento o superamento del confine del profitto "legale" e di quello "illegale" con collusioni che garantiscono, anche attraverso lo strumento dell'economia finanziaria e delle strutture statali, un rapporto simbiotico tra le due realtà.
Sono tutte strutture concorrenti che attraverso la gestione delle economie sotto loro giurisdizione e controllo, siano essi anche paralleli l'uno all'altro in determinate circostanze, contribuiscono a sfruttare la grande regola del sistema di produzione capitalistico: la massimizzazione del profitto.
Proprio per questo noi nel condannare tutte queste organizzazioni criminali volgiamo la nostra lotta in chiave rivoluzionaria contro l'intero sistema economico capitalistico e contro le sue sovrastrutture politiche ed istituzionali, ricordando come qualsiasi lotta alle mafie può essere efficace solo se portata avanti in un contesto di lotta più estesamente anticapitalista e nella fattispecie per una società socialista in cui l'intera economia sia posta al servizio e gestita dalla collettività dei lavori attraverso la socializzazione della produzione e della gestione della distribuzione di beni e servizi.
Riportiamo uno stralcio del comunicato inviato dalla nostra segreteria nazionale di partito: "Altro che 'coesione nazionale' attorno al governo e allo Stato, come chiedono Monti e Napolitano. Solo il movimento operaio può stroncare alla radice la malapianta del terrore stragista nell'unico modo possibile: contrastando e rovesciando le classi dirigenti e il loro sottobosco criminale; cambiando il potere di comando; e organizzando la società su basi nuove. Ciò che significa innanzitutto respingere il tentativo ricorrente di questo Stato di prendere spunto dai fatti di terrore per minacciare leggi speciali antidemocratiche o attuare restrizioni dei diritti collettivi".

AVIS: L'IMPORTANZA DELL'OCCUPAZIONE OPERAIA!

20 Maggio 2012

L’occupazione operaia della fabbrica Avis, azienda delle Industrie Stabiensi Meccaniche e Navali specializzata in produzione e riparazione di materiale ferroviario e navale dell’indotto Fincantieri di Castellammare, è un chiaro segnale della profonda crisi in cui versa il capitalismo nostrano che scarica le sue enormi inefficienze sulle spalle delle masse lavoratrici ,tutto col pieno appoggio dei governi politici di ogni colore sia di centro-destra che di centro-sinistra.
Ad oggi tale sistema sta sentenziando la morte dell’intero settore della cantieristica navale che nell’area stabiese colpisce duramente migliaia di lavoratori e lavoratrici. Attività produttive vengono di fatto dismesse e con loro anche la forza-lavoro, in quanto esse non garantiscono più l’accumulazione e la massimizzazione di rendite e profitti per i rappresentanti della borghesia.
Il riflesso di questa drammatica vertenza è la condizione di un iper sfruttamento che si traduce con l’assenza di un futuro lavorativo per i lavoratori cassintegrati Avis e con l’infame decurtazione del salario, già da fame, da 800 a 400/500 euro al mese. Dopo la beffa anche il danno, per questo motivo ben si capisce l’azione radicale di lotta che i lavoratori hanno intrapreso per la salvaguardia del proprio posto di lavoro con la speranza di strappare risultati per un miglioramento delle loro condizioni materiali.
Una speranza, ci sentiamo di dire, che nel corso degli anni è stata di fatto sempre tradita sia dagli organi padronali, gli speculatori De Luca (ex patron del Siena calcio) subentrati a Finmeccanica hanno oggi sentenziato la dismissione di ogni attività con l’obbiettivo finale prefissato di vendere la proprietà con tutta la riconversione ad un prezzo altissimo, sia dagli organi istituzionali, a partire dalle giunte comunali di Vozza (Pd ,Sel, Idv, Rc) e Bobbio (Pdl,Udc,Fli) per arrivare a quelle regionali di Bassolino e Caldoro. Essi infatti sono complici e responsabili in primo luogo di aver appoggiato questi padroni ed in secondo di aver contribuito ad ingannare i lavoratori con false promesse, una delle quali è stato il piano di riqualificazione della costa , progetto “Più Europa”, che avrebbe dovuto ricollocare questi lavoratori nel progetto di riconversione industriale e nel progetto di costruzione di nuove abitazioni in tutta la vecchia ed abbandonata ex-zona industriale stabiese, foraggiando cosi le casse di imprenditori e speculatori edilizi (in merito ricordiamo le dichiarazioni del sindaco Bobbio quando affermava : ”La nostra città può rinascere solo con la genialità, la capacità e il capitale dei privati, insomma, con l'intraprendenza di un'imprenditoria forte, sana, vitale, com'è quella che c'è a Castellammare”). Dopo due anni, questo progetto si sta rivelando un fiasco insieme a quella della definizione di approvare un “master plan”, ossia un piano d’azione che delinea concretamente gli obiettivi fissati dai vari soggetti istituzionali impegnati nello stesso progetto “Più Europa”.
Insomma tutto si risolve in un vero gioco al massacro contro la classe operaia, infatti dopo 3 anni di cassa integrazione i lavoratori vedono aperta nei loro confronti una procedura di mobilità, tenendo conto che entro giugno entreranno le linee guida della deroga che prevedono la gestione degli esuberi.
Ci sembra veramente il colmo! Non c’è più nulla da trattare con questi rappresentanti dei poteri forti, anzi ora più che mai bisogna reagire contro l’offensiva padronale, rappresentata nazionalmente dal Governo Monti e dai partiti che lo sostengono! Per fare ciò serve innanzitutto un mezzo che storicamente ha sempre intimorito i padroni: la solidarietà di classe e l’unione degli sfruttati per una prospettiva rivoluzionaria, essa può e deve essere realizzata attraverso un grande fronte unico di lotta di tutte le vertenze in crisi, a partire dal settore metalmeccanico ed in particolare dal settore Fincantieri/Indotto.
L’esempio di occupazione permanente messa in atto dai lavoratori AVIS deve essere generalizzato ed esteso come punto di partenza, adottando strategie fondamentali per una vera vittoria operaia che passano per:

- Un coordinamento di lotta di tutte le vertenze in crisi.

-Consigli di fabbrica che eleggano nelle loro assemblee delegati democraticamente scelti dagli stessi lavoratori e rimovibili in qualsiasi momento.

-L’istituzione di una cassa di resistenza volta a mantenere le vittime della crisi e gli strumenti di lotta contro la stessa.

- Nazionalizzazione di tutte le aziende in crisi sotto il controllo dei lavoratori e senza alcun indennizzo ai padroni.

In gioco è il destino e la sopravvivenza di migliaia di famiglie operaie! Queste rivendicazioni non sono altro che l’inizio verso un percorso rivoluzionario che si prefigge il rovesciamento del capitalismo, vile sistema di sfruttamento da parte di una esigua minoranza sul resto dell’umanità, per la costruzione di un Governo dei Lavoratori, unico potere capace di portare veri benefici a tutta la classe lavoratrice sfruttata.

PCL Sez. "ROSA LUXEMBURG" NAPOLI


LUNEDI' 21 MAGGIO SCIOPERO IN SAFILO

20 Maggio 2012

Anche a Padova si sta intensificando la crisi economica, la sezione di Padova del PCL interviene allo sciopero della Safilo, dove sono stati annunciati mille esuberi.

Siamo in una fase d’inasprimento della crisi capitalistica mondiale di sovrapproduzione delle merci, una crisi che ormai dura da cinque anni e che le banche, le imprese e i loro governi stanno scaricando sui lavoratori e le masse popolari attraverso la politica di rigore imposta dalla trojka ( Ue, Bce, Fmi ).
A questo attacco al salario, ai diritti e alle tutele, la classe operaia e le masse popolari in tutta Europa, e in Italia con lo sciopero dei metalmeccanici, hanno reagito con rivolte, mobilitazioni e scioperi. Quello che ancora manca è il necessario salto della mobilitazione. Bisogna mettere in campo una forza all'altezza dello scontro: unitaria, radicale e concentrata. La sola che possa mettere in questione un sistema capitalistico regressivo nell'intero continente e nel mondo.
Il governo Monti, dopo avere incassato senza una reale opposizione sindacale di massa ( appena tre ore di sciopero da parte di CGIL, CISL e UIL ) la peggiore riforma previdenziale vigente in Europa, ha ritenuto possibile l'affondo sul mercato del lavoro, mantenendo sostanzialmente i livelli di precarietà in entrata, aprendo alla libertà di licenziamento con l'abolizione dell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori e riducendo pesantemente le coperture ed i sostegni in caso di crisi e licenziamenti.
A questo attacco i lavoratori, soprattutto i metalmeccanici sostenuti dalla FIOM, hanno risposto con mobilitazioni, scioperi e blocchi stradali. La burocrazia dirigente che fa capo alla Camusso in CGIL invece di unificare e concentrare la forza operaia e popolare contro il padronato e il governo Monti mettendo in campo lo sciopero generale prolungato, in accordo con il PD ha operato una funzione di contenimento e soffocamento della mobilitazione dei lavoratori.
L’annuncio di 1000 esuberi nel gruppo SAFILO, le crisi con chiusure e licenziamenti della ALLISON, della FILIPPI, della CARGILL, della ALL-CO ( ex FIN-ALL ) - solo per citare alcuni esempi della provincia di Padova - stanno dentro questo quadro e sono la cartina di tornasole della crisi di questo sistema ormai arrivato al tracollo.

Il capitalismo ha fallito, e per mantenere i propri margini di profitto i padroni attuano processi di delocalizzazione e di ridimensionamento attraverso licenziamenti e chiusure aziendali. Continuare con le vecchie forme concertative del sindacalismo non porta più da nessuna parte; oggi è necessario mettere in discussione le basi materiali e ideologiche di questo sistema: o vincono le ragioni dei lavoratori o trionfano gli interessi del capitale!
A questo feroce attacco padronale bisogna rispondere con una forza uguale e contraria a quella messa in campo dai nostri avversari. Con lo sciopero a oltranza; il blocco dei cancelli; l'occupazione degli stabilimenti e la rivendicazione della nazionalizzazione - senza indennizzo per i padroni e sotto il controllo operaio - delle fabbriche che licenziano e che non rispettano i diritti sindacali; il blocco dei licenziamenti e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. A prescindere dal sindacato di appartenenza dei lavoratori, serve la immediata costituzione di comitati di lotta supportati dalle casse di resistenza, per la elaborazione di un piano coordinato di mobilitazione, che a partire dagli scioperi generali provinciali porti allo sciopero generale di carattere prolungato contro il padronato e contro il governo Monti
Il PCL attraverso i propri militanti, sostenendo la lotta dei lavoratori della SAFILO e di tutte le altre fabbriche in crisi, lavora per realizzare queste parole d’ordine.

PCL PADOVA

IL METODO PCL

20 Maggio 2012


LA CRISI DEL CAPITALISMO RAFFORZA L'IDEA COMUNISTA

La crisi economica sociale profonda e strutturale combinata all'impossibilità di recupero dello stati in crisi ( causa debito pubblico ) sta producendo da un lato effetti meccanici ordinari ( straordinari per ampiezza ) per il grande capitale ( licenziamenti, precariato, cassa integrazione ) e dall'altro un'aumentare di manifestazioni di dissenso in tutto il mondo dalla Grecia, Spagna ecc.
Si moltiplicano e si estendono le frizioni sociali, le contraddizioni capitale lavoro, agevolate anche dalla politica dei “tecinici” ( Monti ), non riguardano solamente i diretti sfruttati ( classe operaia, ma si combina anche con le contraddizioni di genere(violenze in famiglia, rigurgito clericale ), “contraddizioni” di etnia ( Lega e Destra indicano nel migrante il problema… dell’occupazione, della “sicurezza” cercando di dividere la classe operaia ). Si sviluppando, quindi, in questo ambiente le ragioni fondanti di rifiuto di questo sistema ( che premiano anche il populismo di Grillo ).
La forza di una strategia rivoluzionaria si fonda sul fatto che essa aderisce alla materialità della realtà e dei suoi movimenti, battendosi perchè la società coscientemente e materialmente si trasformi che superi il sistema capitalistico, modificando i rapporti di proprietà riappropriandosi dei mezzi e delle condizioni della produzione. Non basta avere una buona connessione di rete( per citare Grillo ), ma bisogna distruggere il capitalismo e costruire il socialismo. E' un processo difficile e impegnativo in cui la militanza ha un ruolo fondamentale. Svolgere, come PCL, un ruolo primario basato sul coinvolgimento attivo della maggioranza delle persone diviene, la strategia rivoluzionaria, più credibile e reale.

METODO TRANSITORIO

I marxisti rivoluzionari si adoperano per costruire un ponte tra le esigenze del presente e la coscienza di massa, così come si presenta nell'immediato, e la necessità di un progetto comunista. Perchè sono profondamente convinti che le aspirazioni, esigenze degli sfruttati possano trovare risposta solo in questo senso e non possano essere pienamente acquisite in maniera spontanea.
Questo metodo fu sviluppato per la prima volata da Marx e Engels nel "Manifesto del Partito Comunista" e in seguito sviluppato dai bolscevichi.
Nel programma di transizione Trotskij definiva tutta una serie di parole d'ordine di carattere immediato, democratico e transitorio confacenti ai bisogni essenziali delle masse nelle diverse situazione i cui si trovavano e, sopratutto, finalizzate a far comprendere la necessita di superare il sistema capitalistico e a instaurare un governo dei lavoratori. Trotskij stesso riteneva che il" Programma Transitorio" dovesse essere costantemente sottomesso alla verifica dell'esperienza e trasformato in base ad essa, ma il grande merito del testo di Trostkij risiede nell'impostazione metodologica.
Esso è in diretta connessione con la teoria della rivoluzione permanente, secondo la quale qualunque lotta socio-economico nell'epoca del capitalismo tende ad essere una lotta per il potere, ed i compiti democratici, anche nei paesi in via di sviluppo, non possono essere portati a termine se non dalla rivoluzione comunista, che potrà trionfare solo su scala internazionale.
Il programma transitorio non può ridursi ad uno schema scolastico e rigido. Ed anzi per sua stessa natura esso richiede un'articolazione duttile, capace di rapporto con la concreta dinamica della lotta di classe. Ma l'essenziale è il suo metodo: è la riconduzione agli scopi rivoluzionari di tutta la politica quotidiana, in ogni ambito di insediamento sociale, territoriale, sindacale, fuori da ogni logica settoria, localista o sindacalista. Proprio per questo non si può richiedere ad un programma di Transizione il rispetto delle compatibilità: al contrario esso si fonda sul presupposto che le esigenze generali delle masse sono, in questa epoca di crisi, incompatibili con la struttura capitalistica della società.
Ma questo non può avvenire per assunto. Compito dei giovani marxisti rivoluzionari è accompagnare quest’esperienza partendo dai fatti, nell'inserimento dei giovani nelle battaglie politiche e dalle lotte sociali vigenti con un’agitazione e una propaganda adeguata che sappia far comprendere al mondo del lavoro, studenti e migrati chi è il nemico e come poterlo abbattere.

FRONTE UNICO

La politica del fronte e la sua relativa concretizzazione è direttamente collegata e finalizzata alla costruzione del PCL.
La costruzione è prioritaria, ma non si costruisce nel vuoto, con la linea del fronte non solo rispondiamo in anticipo ad una giusta metodologia di lotta ma anche al desiderio, ma intercettiamo anche il “sentimento” d’unità presente tra la massa e tra il movimento della sinistra.
Con il fronte delimitiamo, dunque, i nostri confini tramite una linea unitaria, ma direttamente indichiamo la strada la costruzione di un vero partito comunista.
E' giusto, dunque, chiamare su singoli punti concreti all'unità tutte le organizzazioni del mondo operaio comprese quello a direzione borghese. Questa tattica può essere concretamente utile ai lavoratori, giovani, migranti, può permettere a suoi settori più arretrati che ascoltare le proposte rivoluzionarie e può facilmente smascherare le direzioni riformiste e centriste. L'appello del fronte unico può essere lanciato a tutte una serie di forze politiche e sociali del mondo della sinistra che si sottraggono al sistema dominante proponendo alcuni punti di lotta comune ( abolizione delle leggi precarizzanti, scuola pubblica, abolizione dei privilegi clericali, diritti minoranze sessuali ).
Questa politica può permettere di costruire un punto di riferimento alternativo agli apparati dominanti a patto che non sia intesa come una sorta di cartello politico- verticista- elettorale, ma come una reale risposta alla spinta e ripresa della lotta di classe.

PER IL TROTSKISMO E LA RIFONDAZIONE DELLA QUARTA INTERNAZIONALE

La lotta per il socialismo per sua stessa natura è internazionale. Non potrà mai trionfare se tutte le catene del sistema capitalistico non saranno spezzate. Per questo l'internazionalismo è il nostro carattere fondante e non una semplice retorica. La costruzione del partito, la prese del potere sono parte di un programma e di una strategia internazionale.
Siamo parte di un movimento che nonostante i massacri e le persecuzioni a resistito alla prova storica. Non esistono oggi al mondo organizzazioni rivoluzionarie che non provengano da una matrice trotskista.
Lo stalinismo e le sue menzogne si sono sgretolate come neve al sole, solo noi, come trotskisti, siamo in grado di poter perseguire la strada verso il socialismo.
Come PCL ci rifacciamo apertamente agli insegnanti di Marx, Engels, Lenin, Rosa Luxemburg e Trotskij. Seguiamo la strada aperta dal movimento trotskijsta come opposizione di sinistra (BL), con i primi due congressi della Quarta Internazionale prima dell'avvento del "pablismo" e agli insegnamenti del SWP statunitense sino agli anni 50 guidato da J.P. Cannon.
Questo non è un giuramento di fedeltà, non siamo feticisti. Non vuol ricopiare alla lettera nessuno. IL marxismo è un metodo. Vuol dire saper riconoscere la validità di un metodo e di posizioni di principio temprate dalla storia del movimento operaio, vuol dire, sopratutto, saperli applicare in modo dialettico nella società di oggi nell'impegno per la sua trasformazione rivoluzionaria.

Si aggiorna ciò che si recupera non ciò che si rimuove…

EUGENIO GEMMO - PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI


CRIMINE STRAGISTA A BRINDISI. SOLO IL MOVIMENTO OPERAIO PUO' FARE PULIIA

19 Maggio 2012

L'attentato omicida e stragista compiuto a Brindisi è una infamia. Che sembra rientrare nella lunga scia di crimini oscuri che ha attraversato la lunga storia della Repubblica borghese. Crimini spesso segnati dall'intreccio tra forze criminali , classi dirigenti, sottobosco di apparati statali. Crimini spesso impuniti, da Piazza Fontana a Piazza della Loggia. Crimini sempre diretti contro il mondo del lavoro.
Solo il movimento operaio può fare luce su questi crimini. Altro che “coesione nazionale” attorno al governo e allo Stato, come chiedono Monti e Napolitano. Solo il movimento operaio può stroncare alla radice la malapianta del terrore stragista nell'unico modo possibile: contrastando e rovesciando le classi dirigenti e il loro sottobosco criminale; cambiando il potere di comando; e organizzando la società su basi nuove. Ciò che significa innanzitutto respingere il tentativo ricorrente di questo Stato di prendere spunto dai fatti di terrore per minacciare leggi speciali antidemocratiche o attuare restrizioni dei diritti collettivi.
Con tali posizioni indipendenti, il Partito Comunista dei Lavoratori partecipa alle manifestazioni di queste ore contro lo stragismo criminale.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

INTERVENTO DEL PCL SULLA MANIFESTAZIONE DI PIAZZA COLOMBO

19 Maggio 2012

COMUNICATO STAMPA DIFFUSO ALLE REDAZIONI LOCALI

E' stato positivo constatare, ieri in Piazza Colombo, la partecipazione di massa dei sanremesi chiamati per protestare contro l'inutile “opera” del “prato sintetico” e più in generale contro Zoccarato, per le sue politiche antipopolari e per gli enormi sprechi generati dalla sua amministrazione.
D'altro canto, come per qualsiasi giusta causa o iniziativa spendibile, purtroppo, non è venuto meno l'opportunismo di qualche professionista della politica come Donzella e Il Grande, entrambi riciclati dalle destre e di cui l'ultimo proveniente direttamente dalla Giunta Zoccarato.
Agli occhi di una buona parte dei presenti e da ciò che si evince dalle perplessità da essi espresse direttamente nel luogo della protesta e successivamente sui quotidiani in rete e “social network”, l'atto di goliardia, che neanche il Bagaglino si oserebbe riproporre e che vedeva coinvolti Donzella e Il Grande, si è rivelato un tentativo di riabilitazione andato a male. Con questa “operazione simpatia” orchestrata dal PD, oltre a mancare di rispetto agli organizzatori della protesta, si e cercato di offendere, in modo spudorato, l'intelligenza dei manifestanti, i quali, però, ben conoscono la storia politica e amministrativa dei due riciclati dal partito di Scajola.
Il PD, meschinamente ha strumentalizzato un'iniziativa popolare, per integrare nella protesta e per pubblicizzare subdolamente come futuri candidati due soggetti che ben poco hanno a che vedere con il malessere dei cittadini ( sopratutto di chi lavora o di chi è disoccupato ) e da sempre abituati a saltare sul “carro dei vincitori”.
Molti dei manifestanti di ritorno da 8-10 ore di lavoro hanno dovuto assistere, a discapito del loro buon gusto, all'ennesima pagliacciata della politica che conta, quella che non si vergogna di rimettere in scena neppure il “rottamato” delle precedenti e attuali esperienze amministrative.
Tranne questo spiacevole episodio, la massa di sanremesi presenti, indipendentemente dalle modalità con cui si è svolta la manifestazione, rappresenta comunque un dato importantissimo e una forte richiesta collettiva di cambiamento, di cui il Sindaco Zoccarato dovrà tenere conto per rivedere le sue politiche di impoverimento sociale e di sperpero di denaro pubblico o, nella migliore delle ipotesi, per dimettersi e ritirarsi a vita privata.
Infine, il PCL approfitta dell'occasione, per invitare il già chiamato in causa consigliere Donzella a muoversi celermente per verificare cosa sia successo questa mattina a Poggio riguardo alla caduta del muro del Cimitero. Essendo una frazione in cui ha ottenuto la maggior parte dei voti, il suddetto consigliere potrebbe anche iniziare a farsi vedere per assolvere gli impegni presi con i suoi elettori che a 3 anni dall'inizio del suo mandato lo stanno ancora aspettando. Oltre a trovare il tempo per prestarsi alle “marchette” offerte dal PD, si sollecita sempre il consigliere Donzella a dedicare altrettanto spazio per i gravi problemi che affliggono la frazione di Poggio, dato che a detta di chi ci abita, il suo ultimo avvistamento risale alla primavera del 2009, durante la campagna elettorale delle ultime comunali.

PCL SANREMO


IL PCL SU PIAZZA COLOMBO, IMU E ZOCCARATO

18 Maggio 2012

COMUNICATO STAMPA DIFFUSO ALLE REDAZIONI LOCALI

Altri 170mila ( destinati a lievitare il doppio ) per un'opera inutile ed antiestetica come ( eufemisticamente definito ) il “prato sintetico” di Piazza Colombo. E' cosi che il Sindaco Zoccarato, ama “gettare dalla finestra” i soldi dei cittadini!
Mentre cala drammaticamente il numero delle presenze dei turisti, aumenta, in modo preoccupante, la disoccupazione, sopratutto, quella giovanile, vengono tagliati servizi sociali importanti e il Governo Monti impone tasse inique come l'IMU sulla prima abitazione, il Sindaco Zoccarato, probabilmente non a conoscenza dei principali problemi che riguardano la “città reale” e imperterrito nel colpire lavoratori e pensionati, dimostra di essere un accanito promotore di politiche anti-popolari e ancor peggio di ingenti sprechi, come dimostra, appunto, la spesa ingiustificata per il “prato sintetico” di Piazza Colombo.
La città non ne può più di una Giunta più attenta agli interessi particolari e che se ne infischia delle reali e urgenti esigenze della collettività.
Una Giunta che da prova di non interessarsi minimamente ai diritti dell'infanzia, non provvedendo ad una regolare manutenzione ordinaria degli edifici scolastici ( vedi le tubazioni rotte e da cui proviene un forte odore di fogna presso la scuola elementare di via Volta ), aumentando rette di asili nido e buoni mensa ( da € 3,50 a € 4 ) e tagliando servizi di scuola estiva e doposcuola, senza toccare, ovviamente, i fondi destinati alle scuole private.
Una Giunta che con i pessimi risultati ottenuti nel settore del turismo e con la sospensione di numerosi cantieri ha contribuito e contribuisce ad incrementare la disoccupazione, senza, peraltro, pianificare alcuna soluzione economica e politica per porvi rimedio.
Una Giunta che carica l'evasione della grande proprietà ( come i 4 milioni della Tarsu ) sulle spalle di lavoratori salariati e autonomi, raddoppiando le tasse comunali e ricambiando con tagli pesanti sui servizi.
Una Giunta, che nonostante i proclami ( a cui ormai non crede più nessuno ) del Sindaco Zoccarato, funge da fidatissima e zelante esecutrice delle politiche di “sterminio sociale” del Governo Monti, attenendosi, da subito, ad imporre l'IMU sulla prima casa, sulle piccole attività commerciali e persino sulle baracchette di campagna in cui tenere gli attrezzi per zappare la terra. Tutto questo senza levare neanche un centesimo alle grandi proprietà della Chiesa e delle banche.
Una Giunta, a cui non importa nulla dei problemi del territorio, abbandonando intere zone e frazioni ad uno stato di progressivo degrado ( a partire dalla dimenticata Poggio fino a zone più centrali come Borgo e San Martino ).
Il PCL come unica opposizione presente a Sanremo, da sempre si pone, per dovere militante e avanguardia di classe come il solo riferimento per tutte le istanze popolari e del mondo del lavoro.
Sulla disoccupazione, solo il Partito Comunista dei Lavoratori si è impegnato ad elaborare delle analisi e delle proposte, sollecitando costantemente la Giunta Zoccarato ad intervenire con un piano economico e sociale da attuare in tempi immediati e con lo scopo di produrre un'occupazione stabile.
Sul territorio, solo il PCL continua ad essere l'unica espressione politica presente e attiva, rappresentando e facendo proprie le istanze della popolazione ( dal tombino rotto alla mega-speculazione ), in qualsiasi momento e non solo in campagna elettorale, come sono soliti fare, invece, centro-destra e centro-sinistra, oggi uniti in Parlamento per sostenere il Governo Monti e domani a fare a gara nel dire, mentendo ai propri elettori, che non c'entravano nulla.
E mentre tutti stanno zitti, anche coloro che si nascondono sotto la maschera del populismo o dell'arcobaleno per preservare sostegni indiretti o alleanze elettorali, sull'IMU sempre e solo il PCL sta portando avanti, con determinazione e direttamente tra le persone, un'attività militante di opposizione per rivendicare il diritto alla casa e l'abolizione una tassa ingiusta che colpisce la prima abitazione o il negozietto, ma lascia intatti i privilegi della grande proprietà. Su una questione centrale come l'IMU che investe lavoro salariato e autonomo e classi meno abbienti, il silenzio della minoranza consiliare diretta dal PD e dei partiti e le associazioni che la sostengono da fuori, rappresenta, di fatto, un'approvazione supina e vergognosa alle mazzate tributarie della Giunta Zoccarato e alla “macelleria sociale” del Governo Monti.
Già da un po' di tempo, lavoratori e disoccupati, possono disporre di uno strumento politico, quale è il PCL, di difesa e di contrattacco ai privilegi e all'arroganza delle classi dominanti. Per questa ragione il PCL rivolge un invito alla collettività e sopratutto ai più giovani affinché, a partire dall'IMU e dagli spechi fino ai diritti sociali e del lavoro, si sostenga e si sfrutti la sua azione militante!

PCL SANREMO