"Uno schiavo che non ha coscienza di essere schiavo e che non fa nulla per liberarsi, è veramente uno schiavo. Ma uno schiavo che ha coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi già non è più uno schiavo, ma uomo libero" - LENIN

ATTIVO DEI DELEGATI FIOM. NO ALLA CHIUSURA DELLE FABBRICHE, NO AI LICENZIAMENTI!

25 Maggio 2012

UNIFICHIAMO TUTTE LE LOTTE
LICENZIAMO I PADRONI E IL GOVERNO MONTI
GOVERNINO I LAVORATORI

Siamo in una fase d’inasprimento della crisi capitalistica mondiale di sovrapproduzione delle merci, una crisi che ormai dura da cinque anni e che le banche, le imprese e i loro governi stanno scaricando sui lavoratori e le masse popolari attraverso la politica di rigore imposta dalla trojka ( Commissione europea, Bce, Fmi ).
Anche in Veneto si sta intensificando la crisi economica; decine di fabbriche stanno chiudendo con il conseguente licenziamento per migliaia di lavoratori. Alla Safilo sono stati annunciati mille esuberi; a Padova, alla Filippi, 242 lavoratori stanno picchettando lo stabilimento ad oltranza; lo stesso succede alla Fin- ALL; alla Cargill i lavoratori sono in occupazione giorno e notte; la Fincantieri attraverso accordo sindacale sta eliminando parte dei processi produttivi; la Unitrans è in fallimento senza prospettive per i lavoratori; a Venezia nel trasporto pubblico 300 sono i posti a rischio; la ORV di Carmignano ( PD ) chiude definitivamente i battenti ( 400 lavoratori ); alla Ditec di Quarto d'Altino ( VE ) l'intervento delle istituzioni è rimasto solo un cimitero di buone intenzioni; il Petrolchimico è definitivamente spento dopo anni di bufale raccontate ai lavoratori rispetto all'intervento delle istituzioni nei tavoli di trattativa; l'Aprilia di Noale è in agonia, e da ormai 4 anni i lavoratori stanno subendo cassa integrazione e contratti di solidarietà, senza contare la miriade di piccole aziende già definitivamente chiuse. Questi sono solo alcuni esempi degli effetti della crisi in Veneto, e sono la cartina di tornasole della crisi di questo sistema ormai arrivato al tracollo.
Oggi più che mai serve il necessario salto della mobilitazione. Bisogna mettere in campo una forza all'altezza dello scontro: unitaria, radicale e concentrata. La sola che possa mettere in questione un sistema capitalistico regressivo. Il capitalismo ha fallito, e per mantenere i propri margini di profitto i padroni attuano processi di delocalizzazione e di ristrutturazione, attraverso licenziamenti e chiusure aziendali. Continuare con le vecchie forme concertative del sindacalismo non porta più da nessuna parte; oggi è necessario mettere in discussione le basi materiali e ideologiche di questo sistema: o vincono le ragioni dei lavoratori o trionfano gli interessi del capitale!
A questo feroce attacco padronale bisogna rispondere con una forza uguale e contraria a quella messa in campo dai nostri avversari. Con lo sciopero a oltranza,il blocco dei cancelli, l'occupazione degli stabilimenti e la rivendicazione della nazionalizzazione - senza indennizzo per i padroni e sotto il controllo operaio - delle fabbriche che licenziano e che non rispettano i diritti sindacali, il blocco dei licenziamenti e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.

UNIFICHIAMO TUTTE LE LOTTE!
A prescindere dal sindacato di appartenenza dei lavoratori, serve la immediata costituzione di comitati di lotta supportati dalle casse di resistenza, per la elaborazione di un piano coordinato di mobilitazione, che porti allo sciopero generale di carattere prolungato contro il padronato e contro il governo Monti.
Le sezioni del Veneto del Partito Comunista dei Lavoratori, attraverso i propri militanti, sostenendo la lotta dei lavoratori di tutte le fabbriche in crisi e in lotta, lavorano per realizzare queste parole d’ordine.

 COORDINAMENTO REGIONALE PCL VENETO

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