L'ESEMPIO DEI MINATORI SPAGNOLI
Mentre il governo spagnolo taglia le tredicesime e aumenta l'Iva per assicurare una pioggia di miliardi europei alle proprie banche speculatrici, migliaia di minatori delle Asturie entrano a Madrid tra gli applausi della massa dei giovani indignati.
La lotta dei minatori asturiani è una grande prova di combattività e di coraggio: sciopero a oltranza, occupazione delle miniere, autodifesa di massa dalla repressione poliziesca, marcia nazionale sui palazzi del potere. Le burocrazie sindacali, che pure formalmente sostengono la protesta, sono state ripetutamente scavalcate dai minatori in sciopero; ed oggi cercano di circoscrivere lo loro lotta, per impedire la sua propagazione presso il grosso del proletariato spagnolo. E' la stessa politica che le burocrazie delle Trade Unions praticarono verso il grandioso sciopero dei minatori inglesi del 1984 contro il governo della “signora di ferro”: e che fu alla base della storica sconfitta dei minatori.
Non sappiamo quale sarà l'esito dello scontro tra minatori e governo spagnolo. Sappiamo che i minatori delle Asturie hanno indicato la strada non solo ai lavoratori di tutta la Spagna, ma ai lavoratori di tutti i Paesi e di tutta Europa. Se la classe operaia e le più grandi masse del vecchio continente facessero proprie quelle forme di lotta; se unissero le proprie forze in una lotta prolungata e radicale contro il padronato e i propri governi, l'intero edificio della dittatura dei “mercati”- cioè dei capitalisti e delle banche- si affloscerebbe come un castello di carta.
Questa è del resto l'unica vera paura delle classi dominanti di tutta Europa. Questa è la ragione per cui le stesse burocrazie sindacali di casa nostra mantengono un vergognoso silenzio sulla lotta dei minatori spagnoli. Questa è la ragione per cui le stesse sinistre italiane cosiddette “radicali”- tutte protese alle alleanze elettorali con PD o IDV- non vanno al di là di una solidarietà distaccata e formale.
Ma questa è anche la ragione per cui il Partito Comunista dei Lavoratori può oggi dire senza riserva al proletariato italiano: “ Facciamo come i minatori asturiani”.
La lotta dei minatori asturiani è una grande prova di combattività e di coraggio: sciopero a oltranza, occupazione delle miniere, autodifesa di massa dalla repressione poliziesca, marcia nazionale sui palazzi del potere. Le burocrazie sindacali, che pure formalmente sostengono la protesta, sono state ripetutamente scavalcate dai minatori in sciopero; ed oggi cercano di circoscrivere lo loro lotta, per impedire la sua propagazione presso il grosso del proletariato spagnolo. E' la stessa politica che le burocrazie delle Trade Unions praticarono verso il grandioso sciopero dei minatori inglesi del 1984 contro il governo della “signora di ferro”: e che fu alla base della storica sconfitta dei minatori.
Non sappiamo quale sarà l'esito dello scontro tra minatori e governo spagnolo. Sappiamo che i minatori delle Asturie hanno indicato la strada non solo ai lavoratori di tutta la Spagna, ma ai lavoratori di tutti i Paesi e di tutta Europa. Se la classe operaia e le più grandi masse del vecchio continente facessero proprie quelle forme di lotta; se unissero le proprie forze in una lotta prolungata e radicale contro il padronato e i propri governi, l'intero edificio della dittatura dei “mercati”- cioè dei capitalisti e delle banche- si affloscerebbe come un castello di carta.
Questa è del resto l'unica vera paura delle classi dominanti di tutta Europa. Questa è la ragione per cui le stesse burocrazie sindacali di casa nostra mantengono un vergognoso silenzio sulla lotta dei minatori spagnoli. Questa è la ragione per cui le stesse sinistre italiane cosiddette “radicali”- tutte protese alle alleanze elettorali con PD o IDV- non vanno al di là di una solidarietà distaccata e formale.
Ma questa è anche la ragione per cui il Partito Comunista dei Lavoratori può oggi dire senza riserva al proletariato italiano: “ Facciamo come i minatori asturiani”.
CONTRO MONTI E BANCHIERI FARE COME I MINATORI SPAGNOLI
Il minuetto d'amore tra Monti e banchieri italiani è stato commovente. Monti ha portato in dote ai suoi committenti “il percorso di guerra” imposto a lavoro, pensioni, sanità, unicamente finalizzato a garantire le banche. I banchieri hanno ringraziato Monti come custode dei loro interessi in Italia e in Europa. Entrambi si giurano amore eterno, ben oltre il confine del 2013. Questo matrimonio tra banche e governo potrà finire solo in un caso: nel caso che lavoratori e disoccupati facciano proprio, su basi più ampie, l'esempio dei minatori spagnoli, intraprendendo una mobilitazione prolungata, e marciando sui palazzi del potere. Solo una guerra dei lavoratori contro il governo delle banche può bloccare la guerra del governo delle banche contro i lavoratori. Fuori da questo scenario, lo spartito dei prossimi governi, chiunque governi, è già scritto. Solo un governo dei lavoratori può cambiare le cose.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Nessun commento:
Posta un commento