"Uno schiavo che non ha coscienza di essere schiavo e che non fa nulla per liberarsi, è veramente uno schiavo. Ma uno schiavo che ha coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi già non è più uno schiavo, ma uomo libero" - LENIN

SUL PROSSIMO IMPEGNO ELETTORALE DEL PCL

7 Agosto 2012

Ferrando: in Sicilia con lista e candidato

MILANO. Carte in tavola subito per un' elezione, quella in Sicilia, che vede come «un passo, un' anteprima» delle prossime Politiche. Marco Ferrando (nella foto), 58 anni, leader del Partito comunista dei lavoratori, lancia la sfida: «Ci presenteremo con una nostra lista e un nostro candidato governatore, Giacomo Di Leo, del comitato No frane. Correremo da soli». «Abbiamo un programma diverso, chiaro, anti-capitalistico», afferma Ferrando. E spiega: «Noi ci siamo sempre battuti per avere un fronte di sinistra radicale compatto, per la massima unità d' azione, ma allo stato attuale non ci sono le condizioni». «Sel ha preferito l' unità con i partiti governativi, ha capitolato verso il Pd, un partito borghese che sostiene il governo Monti, che ha votato la modifica all' articolo 18 e che sull' isola ha sostenuto l' ex governatore Lombardo - analizza Ferrando -. La Federazione della sinistra invece si è aggrappata al polo populista di Di Pietro: non sarebbe un' alleanza coerente». «La Sicilia è da ricostruire e rilanciare, è ferita da quel trasformismo spregiudicato che l' ha portata a un debito di 5 miliardi», dice il leader comunista. Ma le elezioni amministrative siciliane vogliono essere solo il preludio di un progetto, quello del «governo dei lavoratori», slogan già da campagna elettorale in vista del 2013: «Come nel 2008, anche alle prossime Politiche andremo da soli, con il nostro candidato premier». «Ci batteremo per far pagare il prezzo di questa crisi a banchieri e industriali - annuncia Ferrando -. Vogliamo proporre, come punti del programma, l' annullamento del debito pubblico verso le banche e la nazionalizzazione degli istituti di credito. Con le risorse recuperate ci proponiamo di finanziare un nuovo piano di lavoro per la crescita e il rilancio del Paese». E promette: «Dobbiamo sostenere le ragioni di precari e disoccupati, cambiare la classe dirigente».

di Emanuele Buzzi 

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