"Uno schiavo che non ha coscienza di essere schiavo e che non fa nulla per liberarsi, è veramente uno schiavo. Ma uno schiavo che ha coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi già non è più uno schiavo, ma uomo libero" - LENIN

IL GERME ITALIANO DELLA XENOFILIA

17 Luglio 2012

Non vorremmo ricordare troppo Fichte o certo nazionalismo sciovinista e reazionario, ma lasciatecelo dire: la xenofilia in Italia ha raggiunto livelli impressionanti. Non solo si butta alle ortiche la nostra bella lingua o la nostra cultura per accettare tutto ciò che è “made-in-USA”, non solo si china la testa davanti a quel becero imperialismo che, come disse una volta il compagno Fidel, non si accontenta di vincere e conquistare, ma deve anche distruggere le varie culture per omologarle ai diktat imperiali. Ora, addirittura, si ha una folle xenofilia all’interno del movimento comunista italiano! Non vogliamo essere fraintesi e, lo ripetiamo, non siamo xenofobi né, tantomeno, nazionalisti, semplicemente non capiamo quella forma di cretinismo che porta ad ammirare ciò che è fatto al di fuori dell’Italia e a non notare o, peggio, negare ciò che è fatto all’interno dei nostri confini. “Ah, guardate i greci!” ci dicono molti “comunisti”, oppure “Ah, guardate la Spagna e il Portogallo, lì sì che la situazione è rivoluzionaria, lì sì che il popolo agisce, che lotta! Gli italiani, invece, sono addormentati!”.

Bene, è ora che qualcuno risponda a questi rivoluzionari da salotto, a questi ignoranti che quando sentono “Marx” pensano a Groucho e non a Carlo.
A parte la Grecia, dove le contraddizioni capitalistiche sono evidenti e vi è una effettiva prospettiva rivoluzionaria, dove vi è un forte scontro sociale in atto e dove sta riprendendo piede il fascismo (fenomeno che andrebbe studiato seriamente!), negli altri Paesi europei non vi è situazione rivoluzionaria. Beninteso, le condizioni oggettive sono presenti, mancano quelle soggettive. Non vediamo né una forte spinta dei lavoratori verso una società radicalmente diversa né un forte movimento comunista che guidi le proteste popolari. Certo, in Spagna ci sono forti proteste. Onore ai minatori e agli altri lavoratori in lotta, ci auguriamo che continuino, poiché la loro battaglia è anche la nostra. Da qui a dimenticarsi dei focolai di protesta italiani, tuttavia, ne passa di acqua sotto i ponti.
Forse i marxisti da operetta pensano che, siccome i media borghesi non ne parlano, in Italia non vi sia scontro sociale. Ebbene, costoro si sbagliano. Basta aprire un qualsiasi quotidiano locale per accorgersi delle diverse proteste in atto. Basta fare un po’ di controinformazione per sapere che il Movimento dei Forconi, in questi giorni, ha bloccato dei tratti di autostrada in Calabria. Basta avere un po’ di memoria per ricordare che, sempre i Forconi, bloccarono la Sicilia e causarono diversi disagi in tutta Italia, che i Pastori sardi sbarcarono a Olbia, che i No-TAV resistono quotidianamente all’esercito fascista! Lo scontro sociale, quindi, è presente in Italia quanto in altri Stati. Manca, come in molti dei suddetti Stati, un forte gruppo di coordinamento delle lotte, che le unifichi e dia una direzione socialista alla protesta.
Vi è poi un altro aspetto da analizzare: il comportamento dei dirigenti del movimento, che ben sanno tutto ciò che è appena stato detto. Questi rinnegati, questi traditori, queste sottospecie di revisionisti e opportunisti che hanno il coraggio di chiamarsi comunisti, queste sottobestie striscianti e viscide che dovrebbero rinchiudersi nelle fogne da cui vengono a studiare seriamente il socialismo scientifico, negano lo scontro in atto, lo criticano, non lo appoggiano. E gettano fumo negli occhi degli altri compagni. “Guardate la Grecia, la Spagna, il Portogallo. Guardate la Tunisia, l’Egitto, la Libia e la Siria ( bravi beoti, aggiungiamo noi, prendete esempio dai mercenari dell’imperialismo! )”. Sembrano quasi dire agli italiani: “gli altri sono bravi, voi siete una massa di caproni”. Traditori, venduti, piccolo-borghesi e meschini! Usate gli esempi stranieri per confondere i tanti compagni onesti e consolidare il vostro piccolo potere, per non far vedere ai tanti bravi compagni che in buona fede vi seguono che state vendendo tutto per una misera seggiola di un misero Parlamento borghese destinato a sparire! Vergognatevi e tornate nella fogna che vi ha partorito! Sparite!
Gli altri onesti compagni che guardano solo all’estero e non in casa propria dovrebbero invece aprire gli occhi, mettersi in gioco in prima persona, non nascondersi dietro un monitor e fare i rivoluzionari a parole! Dobbiamo guardare e sostenere le lotte degli altri Paesi, siamo internazionalisti, ma non possiamo dimenticare l’Italia. Dobbiamo assolvere qui il nostro compito. Invece di esaltare gli altri e affossare il nostro popolo unitevi, lottate, create un grande movimento comunista che coordini le lotte! Il pessimismo e l’apatia non portano a nulla. La posta in gioco è troppo grande. Se ci uniremo vinceremo, altrimenti verremo sconfitti. E la nostra sconfitta segnerà la schiavitù definitiva di milioni di persone.

Davide Galluzzi - PCL LODI

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