"Uno schiavo che non ha coscienza di essere schiavo e che non fa nulla per liberarsi, è veramente uno schiavo. Ma uno schiavo che ha coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi già non è più uno schiavo, ma uomo libero" - LENIN

AL FILO-MONTIANO SCALFARI:"GIU' LE MANI DA GRAMSCI"

15 Luglio 2012


L'editoriale di quest'oggi 15 luglio a firma di Eugenio Scalfari su La Repubblica titola:"Da Gramsci ad Einaudi per rifondare il paese".

Da rivoluzionari ci sentiamo in dovere di difendere una delle figure chiavi del marxismo rivoluzionario italiano, Antonio Gramsci, che in questo articolo si vede addirittura associato col padre dell'ormai sepolto liberalismo fine-ottocentesco Luigi Einaudi, colui il quale che ha sempre difeso la sacrosanta proprietà privata dei capitalisti ( piccoli e grandi ) ed il diritto, da parte di questi ultimi, di accumulare fortune e ricchezze in un modello di libero mercato che abbia come priorità lo sfruttamento bestiale della classe operaia italiana, come avvenne nei primi anni del Novecento.

La difesa incondizionata di Scalfari a tutti gli attacchi che questo Governo, rappresentante delle elite bancarie e imprenditoriali, sta portando avanti nell'arco di questi mesi contro le masse lavoratrici a furia di tasse (Iva,Imu, accise carburanti, comm. bancarie ect) e tagli (caso esodati, eliminazione art.18, esautorazione dello Statuto dei Lavoratori, spending review), è inconfondibile in ogni suo editoriale che rispecchia la linea del centrosinistra liberale e riformista.

Sta di fatto che la rifondazione del capitalismo italiano, su basi riformiste, è pressoché un lontano ricordo per tutte quelle burocrazie politiche (Prodi, Bertinotti, D’Alema, Veltroni, Bersani, Vendola, Di Pietro) e sindacali (Epifani,Camusso) del centrosinistra che hanno da tempo gettato la maschera di difensori della classe operaia per poter difendere in tutto e per tutto il dominio della classe capitalistica.



Inoltre assurdo, se non opportunista e carico di false speranze, è il continuo riproporre,da parte di Scalfari, di un’apertura verso una nuova stagione del riformismo. Chi smentisce questa prospettiva, infatti, è la stessa crisi economica del capitalismo che adotta misure repressive di austerità per poter ripagare gli interessi dei debiti pubblici nei confronti di grandi istituti di credito e di grandi banche.



Quindi dove si possono intravedere margini di concessioni e briciole di miglioramenti se si continua nel precarizzare ogni forma di lavoro, si continua ad imporre sempre più sacrifici a migliaia di lavoratori, si continua ad attaccare i diritti dello Statuto dei Lavoratori, concedendo ai padroni il licenziamento facile come arma di minaccia?



Il riformismo è letteralmente morto e sepolto. Ad oggi dobbiamo essere consapevoli che soltanto due sono le strade percorribili per l’uscita da questa crisi: l’una è quella che stanno esercitando i Governi del Capitale che massacrano i lavoratori a suon di manovre, l’altra è quella rivoluzionaria del Governo dei Lavoratori capace di liberare gli sfruttati dalle catene dell’ oppressione capitalistica e di creare la vera uguaglianza e solidarietà di classe.



Dinanzi a questa scelta, sappiamo quale via avrebbe intrapreso il rivoluzionario Antonio Gramsci, una via che diverge totalmente da quella di Eugenio Scalfari!
Sez. "ROSA LUXEMBURG" - PCL NAPOLI

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