"Uno schiavo che non ha coscienza di essere schiavo e che non fa nulla per liberarsi, è veramente uno schiavo. Ma uno schiavo che ha coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi già non è più uno schiavo, ma uomo libero" - LENIN

TERZO VALICO. E' INIZIATA LA LOTTA CONTRO GLI ESPROPRI

27 Agosto 2012

Per tutto il mese di Luglio e fino all' 11 Agosto il CoCiv, consorzio di imprese, nato nel 1991 per la costruzione della linea ferroviaria ad Alta Velocità – Alta Capacità ( AV-AC ) Genova-Milano ( in seguito accorciata in Genova-Tortona ), ha minacciato di espropriare centinaia di terreni e immobili situati nei paesi delle valli piemontesi Val Lemme e Valle Scrivia, Arquata-Serravalle-Novi-Gavi-Voltaggio, quelli sul versante ligure della Valle Scrivia, Ronco Scrivia e Borgo Fornari, della Val Verde, Campomorone-Ceranesi-Isoverde, e nei quartieri genovesi della Val Polcevera, Trasta-Fegino-Pontedecimo.

In tutti i casi le lettere di esproprio inviate dal CoCiv hanno prodotto una reazione popolare che si è manifestata in decine di blocchi e presidi pacifici che hanno di fatto impedito l'attuazione degli espropri.

Dopo 20 anni di tentativi a vuoto: 48 inaugurazioni fasulle di inizio lavori, da parte di politici di ogni schieramento, “fori pilota” bloccati dalla magistratura nel 1998, soldi pubblici scomparsi, bocciature di progetti da parte di Corte dei Conti e Ministero dell' ambiente, esposti e denunce da parte di WWF e No Tav, una legge obiettivo del 2001 che ha inserito il Terzo Valico tra le infrastrutture strategiche, e il finanziamento dei primi due lotti da parte dell' ultimo governo Berlusconi ( Ott. 2011: stanziati 500 milioni di euro per il primo lotto ) e dal successivo governo Monti ( Dic. 2011: 1100 milioni per il secondo lotto ), siamo arrivati ad oggi ai primi tentativi falliti di esproprio. Per adesso la situazione è calma, ma tra i No Tav c'è la consapevolezza che nel prossimo autunno CoCiv tornerà a provarci.

Vale la pena ripercorrere la storia di questo progetto sciagurato

TAV :“LA MADRE DI TUTTE LE TANGENTI”

A metà degli anni '80, in Italia, si iniziò a parlare di costruire tratte ferroviarie per treni ad Alta Velocità, ma è solo dal 1989 che si iniziò a delineare il progetto complessivo, a seguito del famoso CAF, il patto tra Craxi-Andreotti-Forlani.
Nel 1991 è tutto deciso: le linee TAV saranno 7 e per ognuna di esse verrà costituito un consorzio di imprese che riceverà l'appalto senza ricorso a gara. Con logica spartitoria e con annesso giro di mazzette, si cercò di accontentare tutti: decine di banche, tutti i maggiori gruppi imprenditoriali, tutte le maggiori società di progettazione, i principali partiti politici, numerosi magistrati e clan di Mafia e Camorra. Un vero esercito di interessi per dividersi una torta complessiva stimata all'epoca in 140 mila miliardi di lire. A ragione, F. Imposimato nel suo libro “Corruzione ad Alta Velocità” definisce la TAV come “la madre di tutte le tangenti”.

La settima tratta fu appunto la Genova-Milano, che in seguito verrà accorciata in Genova-Tortona: 53 Km di linea ferroviaria AV-AC, 39 dei quali in galleria, parte del Corridoio Europeo 24, che dovrebbe unire Genova a Rotterdam. Costo 115 milioni di euro a Km, per un totale di 6,2 miliardi di euro, quanto il taglio alle pensioni operato dal governo Monti con la riforma di Dicembre 2011.

A Dicembre 1991 venne costituito il CoCiv, consorzio di imprese più alcune banche, comprendente imprenditori come S.Ligresti, M.Gavio, E.Del Prato o Aziende come Montedison e Ferruzzi.
Nello specifico: Grassetto 25%, Del Prato 25%, Itinera 20%, Gambogi 20%, Montedison-Tecnimont 5%, Cer ( alcune cooperative ) 3% e Civ ( banche Cariplo, Carige e S.Paolo ) 2%.
Nel 2004 subentrerà la Impregilo, azienda legata alla Camorra, che acquisterà il 94,5% di CoCiv.

Nel 1991 il costo previsto era di 4 mila miliardi di lire, cifra gigantesca che crescerà ancora fino agli attuali 6,2 miliardi di euro !

Il meccanismo truffaldino legato agli appalti per la TAV è bene descritto nel libro di Imposimato ( pagine 34-35 ):

“La prima fase dell'imbroglio è quella della scelta delle società concessionarie che avviene a trattativa privata. Queste società fanno da semplici intermediari. Esse non hanno nessuna struttura tecnologica e nessun operaio.
Le società concessionarie appaltano i lavori ad imprese che sono anch'esse prive di organizzazioni cantieristiche. Esse accettano il ribasso apparente del 10 per cento, ma in aggiunta al 10 per cento, accettano di pagare un altro 25 per cento sotto banco. Una enorme somma in nero che viene distribuita per tangenti ai partiti politici, alle correnti, agli amministratori, ai faccendieri e agli intermediari. E' li che emerge in modo lampante il rapporto illecito tra imprenditori, politici e burocrati corrotti a cui si aggiunge la componente camorristica locale.
Un punto nodale è il subappalto dei lavori che sistematicamente viene aggiudicato a trattativa privata, eccedendo il limite del 40 per cento, che per una legge del 1990 dovrebbe essere aggiudicato con gara d' appalto.
Tale quota finisce sempre alle imprese della Camorra o che in ogni caso sono controllate dalla Camorra. Queste a loro volta subappaltano i lavori ad altre imprese, che sono quelle che lavorano realmente, alle quali va un prezzo che rappresenta il 10 per cento del prezzo iniziale.
Sicchè della somma iniziale di 10.000 miliardi, 9.000 finiscono in tangenti a politici e camorristi e 1.000 servono a pagare le imprese che sono il terminale di una lunga catena di subappalti.
Le imprese della Camorra o della Mafia garantiscono l'ordine sui cantieri e il pagamento delle mazzette attraverso lo storno dei fondi neri – i falsi in bilancio – che vengono riversati nelle tasche di tutti coloro che partecipano alla spartizione della torta.
[….] Complessivamente l'operazione sconfina nella corruzione politica e amministrativa e nel finanziamento illecito dei partiti “.

IL BALLETTO DELLE BALLE

Dal 1991 ad oggi, per giustificare il Terzo Valico, sono state raccontate molte menzogne, ecco le principali.

E' stato detto che il 60% dei costi sarebbero stati pagati dai privati, aziende e banche, invece a pagare tutto quanto saranno i cittadini italiani: una tantum di 300 euro per famiglia più una quota annuale di circa 100 euro per famiglia per i prossimi 20 anni.

E' stato detto che la GE-MI servirà a spostare in 50 minuti, da Genova a Milano, 50mila passeggeri al giorno. Dati del 2010, forniti dalle ferrovie genovesi, parlano di circa 2000 persone al giorno che percorrono l'intera tratta senza nessuna fermata intermedia.
Più in generale, in Italia il 95% dei pendolari ferroviari si muove su percorsi brevi, utilizzando treni sporchi, guasti, spesso in ritardo o soppressi. Solo il 5% dei pendolari italiani usa l' Alta Velocità. Perciò il Terzo Valico non risponde a nessuna reale domanda, i 50 mila clienti non esisteranno mai.!

E' stato detto che il commercio mondiale e lo spostamento di merci avrebbero avuto in questi anni un boom e che il futuro vedrà al primo posto l'uso del treno, e non più i tir, per il trasporto delle merci. Le previsioni progettuali del 1996 parlavano di 4 milioni di container da Genova entro il 2010, fino a 5 milioni entro il 2015.
Invece, la situazione attuale ( 2011 ) è di soli 1 milione 840 mila container all'anno totali.
Sempre nel '96, l' autorità portuale di Genova prevedeva un incremento annuo del 18,5% con una previsione totale di 160 milioni di container nel 2050. Niente di tutto questo è avvenuto.
Ad oggi il 90% delle merci viaggia ancora su gomma e solo il 10% su treno ( la media europea è del 17% ). Inoltre, nel complesso il 40% dei container, su gomma e su treno, viaggia verso est ed ovest. Quindi, su circa 1 milione e 840 mila container totali, 620 mila viaggiano verso est ed ovest e 920 mila verso nord. Di questi ultimi, solo il 10% viaggia su treno e cioè 93 mila contro gli ipotetici 5-6 milioni indicati nel progetto TAV.

Altra panzana è l'idea stessa di Alta Velocità – Alta Capacità, i dati tecnici parlano chiaro : non esiste alcuna ferrovia in Europa e nel mondo che possa supportare contemporaneamente un traffico merci pesanti e una linea passeggeri ad alta velocità sui 300 Km orari.
O si fa l'una o si fa l'altra, tutto il resto sono chiacchiere.

Più volte è stato detto che i cantieri per il Terzo Valico porteranno lavoro e ricchezza per i territori interessati. In realtà nessun posto di lavoro verrà creato sul territorio dato che tutte le opere sono già subappaltate a ditte esterne. E difficilmente gli operai dei cantieri faranno spese sul territorio, dato che i cantieri saranno totalmente autosufficienti. E neppure sono previste opere di compensazione per i Comuni interessati.
Ci sono tanti lavori più utili che andrebbero fatti e che, a parità di spesa, garantirebbero molti più posti di lavoro: piccole opere di manutenzione di infrastrutture esistenti, ferrovie da ammodernare, acquedotti, ospedali, protezione idrogeologica, riqualificazione energetica degli edifici, impianti per energie rinnovabili, ecc.

Sul tema dei rischi per l' ambiente e la salute, i sotenitori del Terzo Valico hanno sempre preferito minimizzare. Al contrario, ci sono seri rischi di scomparsa e inquinamento delle falde acquifere, come già successo nella zona del Mugello, in Toscana, dove 17 anni di lavori per l' Alta Velocità hanno prodotto l'inquinamento di 24 corsi d'acqua e prosciugato o depauperato 17 tra fiumi e torrenti, 51 sorgenti, 28 pozzi e 2 acquedotti.
In Liguria, nella zona compresa tra Rivarolo ( Genova ) e Campomorone, sulla sponda destra della Valpolcevera, i terreni sono ricchi di rocce amiantifere che, una volta perforati, rilasceranno nell'area sostanze cancerogene, per anni.
A Genova-Pontedecimo in via Lungotorrente Verde, adiacente all'Ospedale e alla Scuola di quartiere, numerose case saranno demolite per fare posto ad una megastrada per il passaggio dei tir. A Trasta la scuola di Villa Sanguineti rischia la chiusura perchè il CoCiv vorrebbe trasformarla in uffici e cantiere logistico. A tutto ciò si aggiunge l'inevitabile inquinamento acustico che i cantieri produrrebbero in anni di lavori.

Infine, val la pena ricordare il seguente fatto: nel 1997 erano iniziati i lavori per i fori pilota, necessari per studiare la stratigrafia del territorio interessato. In realtà, si stavano costruendo, senza permesso, due imbocchi di gallerie utilizzando soldi pubblici, circa 150 miliardi di lire. I carabinieri e la magistratura, su segnalazione del WWF e del Comitato No TerzoValico, bloccarono i lavori e avviarono un processo per “truffa aggravata ai danni dello Stato” che ha visto implicati una dozzina di personaggi, tra i quali il senatore ligure Luigi Grillo ( politico legatissimo al mondo bancario ligure ); si sono tutti salvati grazie alla prescrizione. E tanti saluti ai soldi pubblici!

LE ALTERNATIVE ESISTENTI

In Liguria esistono già 5 valichi che sono da decenni sottoutilizzati: i 2 valichi dei Giovi ( il Terzo Valico sarebbe il terzo dei Giovi e il sesto in Liguria ), la Voltri-Alessandria-Domodossola, e i 2 valichi alle spalle di Savona verso Torino e Alessandria. Con pochi ammodernamenti, es. per migliorare i collegamenti all'interno del nodo di Genova, e con molti soldi di meno, si potrebbe aumentare ulteriormente la loro capacità di trasporto e portarla facilmente a 8-9 milioni di container annuali complessivi, dato che ciascuna linea ha una capacità di trasporto di circa 2 milioni di container annuali.
Senza Terzo Valico, quindi, esiste già una disponibilità superiore di 100 volte rispetto alle necessità attuali. Se, invece, passa il Terzo Valico, fra 20 anni quando sarà ultimato, ci ritroveremo con una linea inutilizzata o al più con la chiusura di un paio delle linee già esistenti per giustificare la presenza di questo sesto valico.
E' quanto già successo, ad es., con la linea TAV Milano-Torino, costata ben 8 miliardi di euro allo Stato, che ha oggi una capacità di 300 treni al giorno ma ne porta solo 14, come largamente previsto, a suo tempo e inutilmente, dagli esperti del settore.

20 ANNI DI LOTTE CONTRO UN' OPERA INUTILE E DANNOSA

E' dal 9 Giugno 1992, giorno di nascita del Comitato interregionale NO Tav- No Terzo Valico, che le popolazioni delle zone interessate di Piemonte e Liguria si mobilitano contro un' opera che, a ragione, considerano “ un' utile per alcuni, un lusso per pochi, un danno per molti, a spese di tutti”.
In tutti questi anni ci sono state numerose iniziative di protesta: volantinaggi, assemblee, conferenze con esperti del settore, un sito web realizzato ( NOTAVTERZOVALICO.IT ), un documento-video autoprodotto ( “Via il TAV dalle nostre terre“ ), vari testi scritti, e diverse manifestazioni con presidi e cortei. Di queste vanno ricordate quella di Aprile 2006 che da Serravalle ad Arquata coinvolse circa 3000 manifestanti, e quella del Maggio 2012 di Arquata , anche in quel caso vi parteciparono circa 3000 persone. E la recente manifestazione di Ceranesi del 10 Agosto con presidio finale davanti al comune, con circa 300 manifestanti.
In questi 20 anni, tra alti e bassi, sono stati molti i soggetti che hanno condiviso le ragioni del Movimento No Terzo Valico: i No Tav della Val Susa in primo luogo, numerose associazioni come Legambiente, WWF, Italia Nostra, ProNatura, AFA, la Fiom del Piemonte, i Cobas, centri sociali, gruppi anarchici, partiti comunisti ( tra cui il PCL ) e circoli vari, l' Amministrazione di Arquata e altri amministratori locali.

Tra minacce di denunce, menzogne mediatiche, contrasti con la maggior parte delle Amministrazioni locali di ogni schieramento, il Movimento NO TAV si prepara ad affrontare i prossimi mesi, senza nessuna intenzione di abbassare la guardia.
E noi con loro!!!

FONTI

La gran parte delle informazioni sul Terzo Valico le ho prese dal sito del Comitato NOTAVTERZOVALICO.IT, in particolare dalla “Cronistoria dell'Alta Velocità Mi-Ge e Terzo Valico a partire dal Maggio 1991 al Giugno 2012” di A.Brunetti.

Nel paragrafo "TAV: la madre di tutte le tangenti" ho riportato informazioni prese dal libro “Corruzione ad Alta Velocità” di F.Imposimato ( Koinè edizioni, 1999 ).
Il libro è una cronaca dell'inchiesta sulla TAV che F.Imposimato portò avanti all'interno della Commissione Antimafia ( 1993-'94 ) quando era parlamentare dei DS e prima di trovarsi isolato ed ostacolato all'interno del suo stesso partito.
 
PCL GENOVA 

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