"Uno schiavo che non ha coscienza di essere schiavo e che non fa nulla per liberarsi, è veramente uno schiavo. Ma uno schiavo che ha coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi già non è più uno schiavo, ma uomo libero" - LENIN

L'ARTICOLO 18 NON SI TOCCA LO DIFENDEREMO CON LA LOTTA!!!

( in 5mila metalmeccanici FIOM solo a Genova, in sciopero, il 19 marzo 2012, per la difesa dell'art. 18 )

NO ALLA TRUFFA MONTI BERSANI ALFANO CASINI
L'ARTICOLO 18 NON SI TOCCA
BOICATTAGGIO DEI PARTITI CHE VOTANO LA TRUFFA
SCIOPERO GENERALE VERO SINO AL RITIRO DELLE MISURE ANNUNCIATE

Il governo Monti Fornero ha manomesso l'articolo 18.
Laddove non era riuscito Berlusconi, grazie all'opposizione dei lavoratori, riesce il governo Monti, grazie all'appoggio del PD.
Monti e Fornero sono espliciti nello spiegare il “golpe”: scompare il DIRITTO al reintegro per un lavoratore ingiustamente licenziato. Il reintegro resta POSSIBILE solamente in “casi estremi e improbabili” ( Monti ). Più chiaro di così! In più TUTTI i 46 contratti precari sono salvaguardati, e alcuni persino peggiorati ( lavoro interinale ). Mentre le tutele sociali per chi perde il lavoro vengono pesantemente ridotte per milioni di lavoratori ( dai tre o cinque anni a un anno o poco più). Sarebbe questo l'”importantissimo passo avanti” di cui parla Bersani? Sarebbe questo il mezzo “successo” sbandierato da Susanna Camusso?
Siamo in presenza di un profondo arretramento di diritti e conquiste del mondo del lavoro. Che per di più Confindustria e le sue lobbies parlamentari ( trasversali a PDL, UDC e PD) cercheranno di appesantire ulteriormente.
Occorre reagire. La partita non è chiusa. Si può ancora ribaltare la china. Ma è necessario mettere in campo una forza d'urto proporzionale alla gravità dell'attacco subito. Non bastano “critiche” o “dissensi” platonici. Non bastano proteste ordinarie e in ordine sparso. É necessario unire e concentrare tutte le forze disponibili in una spallata risolutiva, che irrompa nel dibattito parlamentare, dimostri l'ingovernabilità sociale delle misure annunciate, imponga il loro ritiro. E' necessario insomma uno sciopero generale vero, accompagnato da un'azione di massa prolungata e radicale: che punti a bloccare l'Italia sino alla sconfitta di padronato e governo, e ad aprire dal basso una pagina nuova dopo 30 anni di arretramenti.
E' possibile. Ma occorre una assunzione unitaria di responsabilità di tutte le sinistre sindacali, politiche, di movimento, contrarie all'accordo, a partire dalla FIOM e dai sindacati di base.
Si convochi unitariamente UNA GRANDE ASSEMBLEA NAZIONALE DI DELEGATI ELETTI, che promuova lo sciopero generale e definisca una piattaforma di lotta unificante di tutto il mondo del lavoro , dei precari, dei disoccupati: a partire dal blocco dei licenziamenti, la ripartizione del lavoro, la cancellazione di tutte le leggi sul precariato, un salario degno a tutti i disoccupati in cerca di lavoro e ai giovani in cerca di prima occupazione.
Si promuova, da subito, il boicottaggio pubblico ( tanto più efficace sotto elezioni)di tutti i partiti che sostengono l'accordo truffa contro l'articolo 18.
Si estenda il fronte unico di lotta a tutti i movimenti sociali di opposizione, a tutte le ragioni sociali colpite dal governo ( esodati, pensionati, proprietari della sola casa di abitazione, inquilini in affitto, consumatori vessati dal caro benzina e tariffe..) per coinvolgerli direttamente nella mobilitazione.
Solo così è possibile riaprire la partita.
E' una proposta “estrema”? Mai quanto quella di padroni e governo. E non esistono alternative reali.
Il Partito Comunista dei Lavoratori ( PCL ), l'unico partito che non ha mai tradito i lavoratori, poterà questa proposta di svolta unitaria e radicale nei luoghi di lavoro, nei sindacati, in tutte le iniziative di lotta e mobilitazione già convocate.
Il Partito Comunista dei Lavoratori ( PCL ), l'unico partito che non ha mai tradito i lavoratori, poterà questa proposta di svolta unitaria e radicale nei luoghi di lavoro, nei sindacati, in tutte le iniziative di lotta e mobilitazione già convocate.
La classe lavoratrice ha bisogno di una direzione alternativa, che sia all'altezza del nuovo livello di scontro. Che sappia sfidare la dittatura degli industriali e dei banchieri. Che sappia lottare per un governo dei lavoratori, quale unica vera alternativa al capitalismo e alla sua crisi.
Il PCL è ovunque impegnato a costruirla.
VOLANTINO PCL NAZIONALE

( pranzo di Cernobbio tra il leader del PD Bersani e il Premier Monti )
IL PD REGALA A MONTI TUTTO CIO'
CHE I LAVORATORI AVEVANO NEGATO A BERLUSCONI
La distruzione delle pensioni d'anzianità. L'età lavorativa sino a 70 anni, per prendere una pensione ancora più miserabile. IMU sulla prima casa, aumento generale degli affitti, rincari straordinari di benzina e tariffe, a carico di salari e stipendi già falcidiati dalla cassa integrazione e dalla crisi. E infine la manomissione dell'articolo 18, con la cancellazione del DIRITTO al reintegro per licenziamento SENZA GIUSTA CAUSA. Mentre si riducono le tutele sociali per chi resta senza lavoro e si tengono in piedi tutti i contratti precari di super sfruttamento dei giovani.
In pochi mesi il Governo Monti vuole portare a compimento, contro i lavoratori, la peggiore controriforma sociale degli ultimi 20 anni. Ciò che Berlusconi non era riuscito ad imporre al mondo del lavoro, grazie all'opposizione sociale o al timore dell'opposizione, viene oggi imposto dal governo Monti, grazie all'appoggio determinante del Partito Democratico e alla sua alleanza col partito di Berlusconi. Questa è la realtà.
Il PD sta votando tutto ciò che il governo di Confindustria e banche gli chiede. E il suo voto è assolutamente determinante. Senza il voto del PD il governo Monti non esisterebbe. In ogni caso non avrebbe la maggioranza in Parlamento per far passare le misure che banche e imprese gli commissionano. Né infine godrebbe delle disponibilità che gli hanno riservato le direzioni sindacali, al di là delle “critiche”. Grazie al voto del PD, tutto diventa invece possibile: persino manomettere l'articolo 18, e magari presentare quella manomissione, negata a Berlusconi, come una... “vittoria” dei lavoratori.
Rompere col PD diventa allora una condizione decisiva per opporsi realmente al governo e alla sua rapina sociale. Per riorganizzare un'azione coerente di difesa degli interessi indipendenti dei lavoratori. Per definire un programma unificante di riscossa del mondo del lavoro dopo trent'anni di arretramenti e sacrifici.
Per questo ci rivolgiamo a tutte le forze politiche e sindacali che parlano a nome del lavoro per dire loro: rompete con Monti, rompete col PD che lo sostiene! Lo chiediamo alla CGIL, che non può subordinare le ragioni del lavoro al condizionamento di un partito liberale, legato al modo delle imprese e delle banche. Lo chiediamo alle sinistre politiche( SEL,PRC ), che non possono continuare ad allearsi ovunque, in tutta Italia, con lo stesso partito che affossa col suo voto determinante l'articolo 18 pur di salvare il governo Monti.
VIA IL GOVERNO MONTI FORNERO, GOVERNO DI CONFINDUSTRIA E BANCHE
BOICOTTARE TUTTI I PARTITI CHE VOTANO LE SUE RAPINE (PD,PDL,UDC)
GOVERNINO I LAVORATORI, NON GLI INDUSTRIALI E I BANCHIERI
VOLANTINO PCL NAZIONALE

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