COMUNICATO STAMPA DIFFUSO ALLE REDAZIONI LOCALI
La
sezione provinciale del PCL esprime forte preoccupazione per la
scelta proditoriamente effettuata di utilizzare la celebrazione
dell’anniversario della Liberazione per parificare i combattenti
per la libertà caduti durante la Resistenza, con i soldati morti a
Nassirya, militari durante l’occupazione di un paese straniero e
non “eroi della patria”, bensì vittime degli interessi delle
multinazionali italiane insediatisi in Irak.
Aver
dirottato il corteo del XXV aprile dal suo previsto e naturale
percorso verso il Monumento ai Partigiani, oramai nascosto dietro le
vecchie carceri, per deporre una corona di fiori al cosiddetto
Monumento ai Caduti di Nassirya rappresenta un subdolo tentativo di
equiparare la resistenza con le missioni militari italiane
all’estero, che nel 2011 sono costate 1,55 miliardi di euro, tirati
fuori dalle tasche dei lavoratori.
Ancora
una volta si è cercato di annacquare ed inquinare il significato
profondo della festa che ricorda la Liberazione da parte dei
partigiani dall’occupazione nazi-fascista.
Il
canto di “Bandiera Rossa” da parte dei militanti del PCL, al
quale si sono aggiunte spontaneamente le voci di tanti partigiani e
cittadini presenti, non è stato affatto zittito dai partecipanti
alle celebrazioni, come riportato erroneamente da alcuni giornalisti.
La
contestazione a più voci non era certamente rivolta contro Amelia
Narciso che rappresenta degnamente l’ANPI, ma sempre contro la
modifica del percorso del corteo, imposta in modo bipartisan da
Giunta e PD, e contro la presenza delle forze reazionarie sul palco.
Inoltre
giova ricordare che le parole della signora Amelia “Quella del XXV
aprile non è e non deve essere una festa privata" non si
riferivano certamente ai “contestatori estremisti di sinistra” ma
erano rivolte contro il documento di Forza Nuova della settimana
scorsa, e dal PCL duramente contestato, che definiva il XXV aprile
una “festa privata” e chiedeva che le amministrazioni comunali
non la sostenessero economicamente.
Il
Sindaco Zoccarato, con la piena accondiscendenza del PD, non ha perso
occasione per strumentalizzare meschinamente un evento così
importante come l'anniversario della Liberazione dal nazifascismo,
per arrogarsi indebitamente a proprio uso il concetto di libertà.
Difatti, come il suo predecessore Borea, sul territorio non ha mai
impedito l'autorizzazione ad iniziative pubbliche di gruppetti di
estrema destra, promotori di “ideali” totalmente contrastanti con
qualsiasi principio di libertà. E per come amministra la città,
parlando impropriamente di “libertà”, dimentica la situazione di
“prigionia” in cui vivono migliaia di disoccupati ( giovani per
più della meta ) a cui non è offerto alcuno “straccio” di
prospettiva occupazionale e si scorda delle politiche di imposizione
degli aumenti di tasse e ulteriori privazioni a danno di pensionati,
lavoratori salariati e autonomi, già duramente colpiti dalla
macelleria sociale attuata dal Governo Monti ( sostenuto da PdL,PD e
terzo polo ). Una strana concezione di “libertà”, quella di
costringere alla limitazione delle proprie libertà economiche la
maggioranza dei sanremesi.
La
vera libertà si fonda sull'uguaglianza e il lavoro.
Quest'oggi,
infine, il PCL ha dimostrato di essere l'unico Partito capace ad
organizzare uno spezzone ben visibile e a coinvolgere un consistente
numero di giovani per il corteo del XXV aprile. E per la protesta
contro la decisione congiunta tra PD e PdL di imporre le loro
modifiche al percorso del corteo e di trasformare la celebrazione
della Liberazione in una “farsa”, il PCL si assume ogni
responsabilità politica, dando prova per l'ennesima volta di essere
sempre in prima fila per mantenere più vivi che mai i sentimenti e i
valori dell'audace Resistenza partigiana alle infamie del nazifascismo.
PCL SANREMO
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